La ricostruzione dei fatti è puramente indicativa. Agli atti non sono iscritti testimoni oculari e viene ben chiarito trattasi di una mera ipotesi investigativa. Ciò che è appurato è che il soggetto sia rientrato nei locali di cui risultava affittuario dopo una lunga e intensa giornata di lavoro. Gli abiti indossati al momento del ritrovamento fanno presumere che appena superata la soglia, il soggetto si sia portato repentinamente nel locale adibito a bagno di servizio, ipotesi avvalorata dalla porta di ingresso trovata socchiusa e dalle chiavi presumibilmente lasciate di fretta sul mobile adiacente, ma al di fuori dell’apposito svuotatasche in cui, per l’appunto, sono state rinvenute altre chiavi di conclamata proprietà del soggetto. Una volta raggiunto il servizio igienico, il soggetto va ad espletare l’impellente bisogno fisico, cosa di cui è certo necessitava da diverse ore, come da pertinenti testimonianze raccolte presso i colleghi di lavoro del suddetto, e come da risultanze di esame ottico e fisiologico sul luogo del ritrovamento. La durata della permanenza in loco è quantificata in base al calcolo dei tempi necessari al soggetto per rientrare nell’appartamento dal posto di lavoro, del quale momento di uscita abbiamo riscontro temporale certo, oltre che dall’esame del telefono cellulare di proprietà del soggetto e sicuramente nella sua disponibilità. Da qui l’ipotesi investigativa ritiene che il soggetto, nonostante abbia espletato in tempi brevi le necessità fisiologiche, si sia trattenuto tra i 97 e i 99 minuti sul water closet osservando, non sappiamo con quanto interesse o curiosità, brevi video presenti sulle piattaforme digitali denominate come Instagram e Tiktok. Sempre l’ipotesi più probabile prevede che un movimento forse inconsueto dovuto al probabile intorpidire degli arti sia superiori che inferiori abbia causato la caduta del telefono cellulare a una distanza tale (precisamente 128 cm) da impedire al soggetto di poterlo recuperare senza abbandonare la sua posizione. Qui l’ipotesi investigativa purtroppo deve compiere un balzo nel buio, potendo solo immaginare che il soggetto a quel punto si trovasse dilaniato tra il dispiacere di non poter più vedere i feed dei suddetti social e lo stupore di accorgersi che poteva farne a meno. L’esame del medico legale riporta che il soggetto non fosse inabile al movimento, per cui si ritiene che possa essersi lasciato morire di inedia semplicemente in quanto incapace di prendere una decisione tra il restare seduto e l’alzarsi per recuperare il cellulare del quale aveva scoperto di poter fare a meno. A probabile conferma della supposizione lo sguardo del soggetto rivolto verso il cellulare a terra e l’espressione ancora riconoscibilmente sorpresa.
In base alla presente ipotesi investigativa si ritiene di poter chiudere l’indagine nei tempi di legge salvo il sopraggiungere di nuove evidenze a sostegno di altre possibilità.
Liberamente ispirato a fatti reali che non hanno però fortunatamente portato alla stessa conclusione.
😆
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ah ah ah ah ah
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Divertente, e sei stato bravissimo a scrivere con linguaggio da carabiniere…
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ahaha… concordo con Raffa!!
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Drammaticamente divertente. Bravo, come sempre 🙂
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Minchia, signor tenente!
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MI sono divertita un sacco, ma proprio un sacco!! E lo sai il perché?! Per la storia in sè, e va bene, ma soprattutto per il tono da verbale che io conosco benissimo, ma proprio benissimo per via del lavoro che ho fatto per anni. Magistralmente divertente!! Grazie!
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Grazie a te del commento entusiasta. Io mi son divertito a scriverlo 😁
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