#41 – Viola

Viola entra nell’ascensore in modo automatico. Un gesto ripetuto così tante volte che non necessita dello sguardo per essere compiuto ma che è sufficiente sentire nello spostamento dell’aria.
Perché lo sguardo resta rapito dal piccolo schermo trattenuto in una mano che funge da finestra su un mondo inesistente. La suoneria di chiamata quasi la coglie di sorpresa.
“Pronto, ciao… sì sto uscendo adesso… ok va bene… sì, ciao, ciao.” Chiude sbuffando.
“Era lui?”
Questa volta Viola sobbalza davvero. Non s’era accorta che ci fosse qualcun’altro nella cabina.
Men che meno che ci fosse lei. “Oh Gesù! Mi hai fatto prendere un colpo.”
“Felice che tu sia felice di rivedermi.” Dice sorridendo l’altra donna.
Viola non raccoglie l’ironia. “Come mai qui?” Nervosa.
L’altra finge indifferenza. “Dovevo vedere una persona…”
“Chi?”
“Lui come sta?”
“Lui chi?” Risponde domandando Viola, in realtà senza aspettarsi una risposta. Infatti continua. “Sta bene.”
“E tu invece?” Chiede l’altra. “Bello il completo. Armani?”
Viola si volta verso la donna e prende tempo per studiarla. Non è cambiata per niente, pensa. Neanche nel modo di porsi. Diretta, pratica, anacronistica e fuori moda, come i suoi jeans e il giubbotto di pelle. “Anch’io sto bene…” e vorrebbe continuare la frase, chiedere come se la passa lei, come ha trascorso gli ultimi dieci anni, se gira ancora per l’Europa con quella vecchia moto americana e si scatena nei bar karaoke, “…sì, tutto ok.” Conclude invece.
L’altra donna sorride. “In realtà è te che volevo incontrare.”
Viola annuisce. Il cellulare squittisce ma resiste alla tentazione di guardarlo, lo immerge nelle profondità della borsa di Balenciaga. “Mi spiace che te ne sia andata.” Riesce a dire.
“E’ stata una scelta tua.”
“Ma io non volevo che tu sparissi.”
“Mi hai lasciata da parte, accantonata. Quando lui, la sua Montecarlo e i suoi soldi ti hanno chiesto di scegliere.”
“Sai che non è stato per quello, io non pensavo sarebbe andata così. Speravo che potessimo…”
“Potessimo cosa? Convivere? Il principe azzurro e le due principesse? A lui non piacevo, ricordi?”
“Non è vero, sono sicura che non è così.”
“Invece lo sai benissimo, altrimenti non mi avresti chiesto di andarmene.”
“Non ti ho mai chiesto di andartene!” Grida Viola.
L’altra donna resta calma, comincia a girarle intorno. Parla piano, quasi sussurrando. “Oh, sì che l’hai fatto. Ricordo il momento esatto. Eravamo a casa, nella nostra casa, aspettando che lui arrivasse, io sdraiata sul letto ti osservavo mentre nervosa continuavi a cambiare abito. Chiedevi consigli senza ascoltarli e comunque io di quegli stracci da finta signora non ne approvavo nemmeno uno, naturalmente. Quei vestiti non ti soddisfacevano perché non erano adatti a te, come non è adatta a te la vita che stai facendo ora. Te lo dissi e tu ti arrabbiasti, mi urlasti di andarmene, di non farmi trovare lì quando lui sarebbe arrivato.”
Viola chiude gli occhi, per ricacciare indietro le lacrime e non vedere quella donna che un tempo amava come se stessa continuare a girarle intorno. “Non lo pensavo veramente.”
“Sì che lo pensavi. So che lo pensavi. E la prova è che non mi hai cercata mai. Per dieci lunghi anni non mi hai cercata mai.”
Viola vorrebbe dirle che non è vero. Ma non direbbe la verità. La verità è che ha mentito a se stessa per tutto quel tempo, da quando lui è arrivato a prenderla, quella sera. Quella prima sera in cui si era sentita così sola da lasciarsi cadere in lui senza esitazioni. La verità è che quella donna che ora le sta di fronte e le respira sul viso non le è mai mancata così tanto come in questo momento che le è così vicina.
Basterebbe un soffio, un leggero movimento perché le loro labbra si riuniscano, perché le loro anime tornino a mescolarsi, come un tempo.
Le porte dell’ascensore si aprono con un fruscio che movimenta l’aria.
Viola spalanca gli occhi, il cellulare squilla di nuovo, altre persone entrano in cabina.
L’altra Viola se ne è andata di nuovo, forse svanita per sempre.

6 Comments

  1. Non riesco a mettere like con questo dannati telefonino! Mi esce nascosto… bel racconto davvero, le due Viola a confronto, senza lieto fine, come accade quando ci si vende, qualsiasi sia il motivo…

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