#222 – Malinconia

Non so cosa sia 

che scatena all’improvviso

quella sensazione di malinconia

che riporta a giorni e momenti trascorsi

che non torneranno più 

perché la vita scorre nei corpi che cambiano

e le anime faticano a restare uguali

e nulla resta lo stesso 

come noi 

che ci trasformiamo senza capirlo 

ma tu vorresti che certe sensazioni vissute

nella loro unicità irripetibile

potessero invece ripetersi 

ma se così fosse svanirebbe

l’immenso valore che hanno 

quando senza preavviso tornano

a riempirti di gioia per averle vissute 

e di tristezza 

per la loro fugacitá.

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12 Comments

  1. Oh, cazzo.
    Questa cosa accende spie d’ allarme…
    Ti dico una cosa che ho fatto giusto ieri sera, magari aiuta, magari no, magari fa peggio… non lo so. Però a me è piaciuto.
    Saranno state le undici di sera, prima di andarmene a letto sono uscito un attimo perchè non mi ricordavo se avevo chiuso a chiave il cancello.
    Il cancello, manco a dirlo, era chiuso. Ma vabbè, non è questo il punto.
    Avevo il sentore che (cosa rarissima, ma a volte mi capita) stesse per partirmi una scorreggia di quelle da denuncia, quindi invece di rientrare subito mi sono attardato un attimo fuori: se l’avessi mollata in casa mi sarei reso colpevole di crimini contro l’ umanità e ciò non è buono.
    Tempo pochi secondi ed è successo. OK, niente di grave, all’ aria aperta e in solitudine è concesso.
    In quel momento ho alzato gli occhi al cielo: tempo di abituarmi alla vista (voltando le spalle a quel cazzo di lampione stradale a LED che ho fuori dal cancello e che prima o poi lo spengo definitivamente con una fucilata), mi sono messo a guardare le stelle che ieri si vedevano davvero bene. E’ bastato quello. Complice l’atmosfera e gli odori della primavera (la scoreggia no, quella era già dispersa per fortuna) sono automaticamente tornato indietro di almeno quarant’ anni. Il solo concentrarmi sulla vista delle stelle mi ha riportato a sensazioni antiche. Non “ricordi”, ma proprio come se fossi tornato indietro. Credo sia la stessa cosa che capita quando guardi qualcosa di immutabile, qualcosa che c’era quando tu ancora non c’eri e che ci sarà (presumibilmente) quando non ci sarai più.
    Sono rientrato con un sorriso ebete in faccia e ho dormito bene.

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