Se c’è un altro modo per vivere se non quello di navigare a vista è ciò che mi domando mentre osservo il soffitto sdraiato sul letto che mi ha visto dormire un sogno agitato che forse non era un sogno ma una realtà differente in cui sono solo lo spettatore passivo di un altro me stesso con una vita simile in un diverso universo e magari quell’altro me ora dormendo osserva attraverso i miei occhi il ragno disegnare la sua tela sul soffitto mentre io rifletto se sia il caso di alzarmi e prendere ancora una volta il timone della mia imbarcazione decidendo una rotta che non sia un semplice cabotaggio ma decida di virare verso il mare aperto alla ricerca di un altro continente o almeno un’isola sempre che non decida di lasciarmi trasportare dalla corrente o trainare da una nave lei sì con una chiara destinazione salvo capitare senza motore nel mezzo di una bonaccia e con le vele afflosciate come la voglia che ho in questo momento di decidere qualcosa.
Adoro quando scrivi così, in stile proustiano, su temi proustiani. In realtà io odio navigare a vista, ma pare non ci siano alternative… vero?
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Pare di no, le tempeste son sempre dietro l’orizzonte.
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Eh lo so. Lo so…
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Mi pare che non esista
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No…
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lo spirto vichingo che aleggia ancora sullo Jutland… 😉
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Gli spiriti portati dal vento del mare fanno il loro lavoro… 🙂
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Mi è venuto un principio di mal di mare… 😉
Comunque se può aiutare io navigo a vista da mezza vita e ti dirò mi trovo bene.
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