Rientrando…

Torniamo a casa a un’ora più tarda del solito, dopo aver fatto la nostra parte in questa società dedita al consumo. Spengo l’auto e la luce dei fari lascia il posto alla poca luce dello spicchio di luna ormai al tramonto che non basta a nascondere le stelle. Mi fermo a guardarle prima di entrare, è freddo ma non così tanto da essere insopportabile, nonostante la strada sterrata sembrasse costellata di pietre Swarovski e i primi spargisale fossero già entrati in servizio. Il silenzio è quasi assoluto, rotto soltanto dal lieve battibeccare dei cigni che galleggiano sul fiordo di Avnø, evidentemente incuranti, loro, della temperatura. Resto qualche minuto con lo sguardo perso verso l’alto, giusto il tempo di cambiare l’aria calda e pesante nei polmoni con questa fredda e leggera. Ad ogni secondo gli occhi si abituano a vedere sempre più nel buio. Gli astri sembrano non finire mai, so che non finiscono mai. Penso a tutti gli occhi che prima dei miei hanno osservato questo spettacolo gratuito che va in scena da miliardi di anni. Chissà quanti altri, come me, nel corso dei secoli, impantanati nelle loro esistenze su questo grumo di roccia e fango che è anche un meraviglioso posto dove vivere, hanno pensato a quanto siano assurde le nostre rivalità, le nostre guerre, la nostra stupidità nel non apprezzare la fortuna che abbiamo avuto. Fortuna evidentemente non meritata. 

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