Rileggo ancora una volta le parole scritte a mano, dalla tua mano che mi sembra di vedere mentre danza sul foglio, le lunghe dita sottili avvolte sulla stilografica che ti ho regalato in quei giorni in cui un giorno come questo sembrava non dovesse mai arrivare e su cui addirittura riuscivamo a scherzare. Rileggo le tue frasi cariche di ricordi e sentimenti che ora mi sembrano confusi, come confusi sono i segni sulla carta bagnati da lacrime che non so più se essere tue o mie, ma almeno ancora unite. Ripiego il foglio per non vederti più in quelle immagini che le parole rievocano e lo ripongo nel cassetto ora vuoto ma che per qualche tempo conserverà il profumo delle tue cose. Forse quando lo riaprirò quel profumo sarà già stato assorbito dal legno e la carta della lettera con ciò che resta di noi sarà abbastanza ingiallita da poter essere letta senza fare più male. Sarà come rivedere un bel film senza lieto fine e, forse, proprio per questo degno di essere ricordato.
certi distacchi rendono i ricordi e tutto ciò che ne fanno parte un punto di discussione per noi stessi.
Saremo bravi se sapremo dar loro un senso propositivo, sofferenti in caso contrario.
Mi garba come l’hai scritto.
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Non sono l’interessato, ma è una storia vera, e molto vicina… Grazie.
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