Galla

Il timido Carlo riesce finalmente a ritagliarsi un momento. Da troppo infatti ha la sensazione di essere immerso in un mare che anche se non agitato non gli permette di nuotare in una data direzione, piuttosto di galleggiare in balia della corrente, a volte impetuosa, spesso sorniona. Certo il galleggiare non è poi così malaccio, riflette Carlo, in fondo sempre meglio che annaspare nel tentativo di restare a galla. Indeciso tra un quaderno e il computer, opta per il secondo. Ed eccolo qui, il foglio di videoscrittura aperto sullo schermo, aspettare pigramente di essere riempito, mentre Carlo si perde tra pensieri indecisi e un panorama che lo attira più del dovuto. Chissà se anche i cigni sullo sfondo o i cavalli che pascolano appena oltre la strada sono consapevoli come Carlo del tempo che trascorre. Decide che no, non lo sono, almeno quanto lo è lui, quindi un poco li compatisce e molto li invidia. Torna ad appoggiare lo sguardo sullo schermo e sulla pagina bianca che lo sfida apertamente ormai sicura della sua vittoria. Anche oggi non sarà violentata da parole inutili o destinate in ogni caso ad essere corrette o sostituite infinite volte. Carlo torna ad accarezzare ancora una volta l’idea di raccontare, questa volta non su viaggi di fantasia o pensieri che hanno preso la forma concreta di un’idea, ma di vita reale, vissuta. Ci riflette ancora qualche minuto, o forse solo qualche istante, giusto per darsi il tempo di convincersi che in fondo ciò che ha da dire non è poi così interessante. Quindi richiude il computer e torna a farsi trasportare dalla corrente. C’è un tempo per ogni cosa e quello delle memorie ha ancora da venire.

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