#215 – Dovere

Il mezzo si ferma bruscamente. Senza preavviso. Le persone all’interno sedute su panche contrapposte ondeggiano prima in un senso poi nell’altro, mantenendosi in equilibrio tra loro con abitudinaria rassegnazione. L’equipaggiamento protettivo aiuta ad attutire i colpi, ma non a diminuire la sensazione di disagio nel sapere di essere arrivati a un nuovo obiettivo.
«Celia.» Dice la voce nei loro auricolari. Nessuno parla mentre, dopo una lunga esitazione, la più giovane tra i presenti si alza e nervosamente inizia a stringere i lacci delle nuovissime protezioni antiproiettile e la cinghia ancora rigida dell’elmetto. Poi controlla sul display del visore da polso le coordinate della missione e preleva da un baule metallico gli ordini relativi. E’ il momento in cui dovrebbe accedere alla camera sicura di uscita del blindato e portarsi in campo aperto. Ma esita, lo sguardo fisso a terra e un leggero tremore del labbro.
«Lascia. Vado io.» Dice uno degli altri alzandosi a sua volta. A differenza della giovane ragazza con il suo equipaggiamento ancora odorante di plastica nuova, Cesare emana anni di esperienza alla sola vista delle sue protezioni slabbrate, stinte e male assortite, forse anche recuperate da qualcuno a cui non servivano più. Senza aspettare risposta strappa di mano gli ordini di missione e li mette al sicuro sotto il corpetto antiproiettile.
«Non sei autorizzato Cesare.» Gracchia la voce negli auricolari. «La prossima missione è tua.»
«Fottiti.» Risponde l’uomo. «La ragazzina è al primo incarico. Non potete mandarla fuori in questa zona. Idioti del cazzo. Poi vi lamentate se non trovate nuove reclute.» Senza aspettare risposta si toglie l’auricolare e lo getta sul suo posto a sedere. Apre la porta interna della camera di uscita e prima di richiudersela alle spalle sente la voce tremante di Celia che lo ringrazia. Poi più nulla.
La porta esterna si apre e richiude immediatamente, Cesare si lancia fuori dal mezzo blindato senza pensare, con l’istintività della sopravvivenza che lo ha aiutato a salvare il culo per anni. Si ritrova su una strada che divide una serie di villette a schiera un tempo vanto della borghesia benestante, ora solo un vago ricordo di un’epoca di libertà ormai lontana. Un primo colpo di fucile lo saluta nel momento stesso in cui poggia un piede sull’asfalto. E’ solo un colpo di avvertimento, lo sa e non se ne preoccupa. Non appena inizia a muoversi verso l’obiettivo e la sua direzione diviene chiara, il nemico inizia a fare sul serio. Incredibilmente alcune persone che passeggiano per la strada si fermano ad osservare la scena, tranquille nella certezza di non esser loro bersaglio delle pallottole che volano attorno al corpo massiccio di Cesare. Pallottole che in qualche caso vanno a segno ma vengono neutralizzate dalle protezioni. La giovane recluta sarebbe stata sbalzata a terra per poi diventare preda facile. Lui invece ha imparato a proprie spese a conoscere la forza del loro impatto e ad adeguarsi velocemente per non cadere e diventare un bersaglio statico. Corre senza uno schema fisso in modo da non dare possibilità al cecchino di precedere le sue mosse. I colpi arrivano solo dall’abitazione del bersaglio, su questo Cesare non ha dubbi. Fortunatamente nessuno sta dando man forte con un fuoco incrociato, ciò rende il suo lavoro molto più facile. Si lancia dietro quello che resta di un’auto, cannibalizzata chissà quanti anni prima al punto da essere irriconoscibile. Un riparo provvisorio giusto per individuare meglio il target e calcolare come arrivarci. Il cecchino resta in attesa. I proiettili costano. Questo gioca a favore di Cesare, nessuno vuole sprecare inutilmente.
Un bel respiro e via. Lancia una granata stordente in direzione della finestra da cui il suo nemico lo tiene sotto tiro e approfitta della deflagrazione per superare gli ultimi metri. Questione di attimi per la sua agilità ed esperienza. Si lancia di peso contro la porta di ingresso facendola spalancare e deposita il plico sigillato sul pavimento del destinatario. Senza nemmeno riprendere fiato inizia la corsa di ritorno verso il blindato che ha già iniziato a muoversi lentamente.
Non si accorge però del sottile filo di nylon quasi invisibile che prima ha evitato per pura fortuna e che ora invece resta agganciato a una fibbia dei suoi anfibi.
L’esplosione lo investe in pieno alle spalle, scaraventandolo parecchi metri più avanti. Il blindato accelera bruscamente e sparisce alla vista ormai annebbiata di Cesare.
E’ stata l’ultima missione del Postino Scelto Cesare Salgatto. Un leggero sorriso si congela sul suo viso per la soddisfazione di averla comunque portata a termine. L’ennesima cartella esattoriale consegnata a destinazione.