Botta di allegria del lunedì

[Attenzione, post scaturito direttamente dallo zaino di pessimismo cosmico che mi porto sulle spalle. Poi non dite che non vi ho avvertito]

Carpe diem.
Cogli l’attimo.
Vi ricordate quando queste parole hanno cominciato a martellarci i timpani?
Per chi ha studiato latino probabilmente in qualche anonima giornata di scuola, per tutti gli altri, me incluso, quando è uscito quel film, quello con Robin Williams che fa il professore che tutti noi avremmo voluto avere. L’attimo fuggente.
Ecco.
Qualche giorno fa mentre come al solito mi recavo al lavoro, alla guida della vetusta ma sempre attuale Panda 900, queste parole mi sono tornate in mente così, all’improvviso, e mi hanno talmente sorpreso da meritarsi questa riflessione.
Cogli l’attimo, non perdere nemmeno un’occasione, vivi ogni momento della tua vita come fosse l’ultimo.
Quanto può farti sentire in colpa la consapevolezza che per il 99,99% della tua vita questo non accade?
Perché quale attimo dovrei cogliere mentre mi reco al lavoro?
Quale occasione non dovrei sprecare mentre per esempio mi lavo i denti al mattino, o mentre bevo un caffè al bar, o quando sono in fila alla cassa del supermercato?
Al massimo colgo l’attimo per rendermi conto di quanto tempo trascorro in gesti ripetitivi e probabilmente inutili. Perché diciamocelo, quante diamine di occasioni abbiamo nella nostra vita per fare qualcosa di esaltante, adrenalinico, fuori dagli schemi, laterale, eccetera eccetera…
Adesso lo so, mi direte che bisogna godere di ogni attimo e di ogni momento in modo pieno e significativo, non importa cosa si stia facendo. Osservare un dettaglio di un fiore, godere di uno squarcio di panorama, assaporare il profumo di una folata di vento proveniente dal mare, perdersi nello sguardo di chi si ama.
Giusto. Facciamolo.
Ma vi ricordo che poi Robin Williams si è suicidato…

28 Comments

  1. Beh, ok. R.W. si è suicidato, e pure il ragazzo in L’attimo fuggente. Ma Orazio, che io sappia, invece no. È la frase è sua. Io dico che conta più il suo creatore di chi l’ha usata. Orazio è intelligente. Sii come Orazio (cit. da Bill)

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  2. Intanto hai colto l’attimo per scrivere queste riflessioni, che non è cosa di poco conto… A parte gli scherzi, credo che il “cogli l’attimo” sia più riferito a tutte quelle volte in cui non ci facciamo trascinare da un pizzico di sana follia, per paura di trasgredire alla banalissima normalità quotidiana. Ogni tanto bisognerebbe lasciarsi andare. E sono d’accordo, se vedi chi sai tu, investilo.

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    1. Naturalmente. La battuta finale voleva essere per l’appunto una battuta anche se non felicissima. Tra l’altro ho letto che sembrava affetto da una malattia degenerativa e questo lo ha portato alla triste decisione.

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  3. Non so, io penso che sia inutile sprecare tempo a riflettere sul tempo perso, perchè si perde altro tempo che poi genera ulteriori perdite di tempo quando si va ad aggiornare il conto del tempo perso. Che tanto ormai è perso.
    Credo che se conoscessimo sin dall’ inizio l’ esatto ammontare di tempo a nostra disposizione in questo mondo ragioneremmo ed agiremmo tutti in modo molto diverso, per fortuna non è così. Vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, oltre ad essere veramente difficile, potrebbe essere pericoloso: come tu lo passeresti a scrivere lettere, io probabilmente mi dedicherei all’ eliminazione sistematica di un certo numero di precisi ed individuati esseri umani (qualcuno per miei motivi personali, altri per generiche cause umanitarie), ed è quanto mai evidente che non sarebbe il caso.
    In senso molto lato, da molti anni faccio comunque qualcosa che si avvicina in parte a questo predicato: semplicemente evito i progetti a lungo termine e vivo in qualche modo alla giornata. Ogni mattina dico “vai, che culo, pure oggi mi sono svegliato” e vado avanti così fino alla sera, felice di esserci ancora. Ho fatto in modo di potermelo permettere, non senza sacrifici, ma ora va così. Se ogni giorno mangio, ho 50 euro in tasca, la moglie e il cane stanno bene e la bolletta della luce è pagata, sto a posto. Non so se possa tradursi in “carpe diem”, però ci si avvicina.
    Di tutto il resto mi curo assai poco.

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    1. Condivido completamente il tuo modo di vivere. Alla fine tutto si riduce a godere di ciò che si ha, tanto o poco che sia. Io ho raggiunto una mentalità minimalista e i beni materiali Non mi interessano più. Giusto il minimo indispensabile. Che poi il minimo indispensabile è molto soggettivo. E credo che si, probabilmente vivere alla giornata felici di essersi svegliati e contenti di essere arrivati a sera può tranquillamente tradursi in un carpe Diem.

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      1. Mi è costato, perchè mi è costato. Però va bene. Diciamo la versione moderna e metaforica di quel tale che si spogliò di tutti i suoi averi e se ne andò in giro in saio e ciabatte.
        Mooooolto moderna e mooooolto metaforica, sia chiaro. Non avrei una connessione a Internet, non avrei un cellulare, non scriverei sui blog, non avrei una macchina, non avrei una casa, eccetera.
        Ciò di cui a suo tempo mi spogliai, azzerando completamente una vita “normale” ed una carriera “normale”, (nonchè buttando letteralmente nel cesso anni di studi) fu un lavoro sicuro, ben retribuito, stabile, che mi avrebbe permesso di accendere un mutuo, fare tanti bei finanziamenti e avere tante belle cose (oltre all’ apprezzamento ed all’ accettazione sociale) e poi alla fine godere di una meritata pensione ed anche, perchè no, una cospicua liquidazione.
        All’ epoca solo chi mi era veramente vicino comprese ed accettò questa mossa. Tutti gli altri nel migliore dei casi mi guardarono come un matto.
        Ma oggi, come si dice, “mangio del mio”, poco ma mio. E gli unici che mi corrono appresso sono quelli di Equitalia, ma quelli ho intenzione di farli correre ancora un bel po’.

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  4. Io penso che gli attimi ce li rubi la società in cui viviamo: troppo lavoro, fatica, poco tempo libero e talvolta poco guadagno. C’è da dire che non è ovunque così eh, tipo nei paesi Scandinavi hanno più rispetto della persona sul lavoro…

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