Qui dovrebbe esserci un riassunto, ma onestamente chi li legge i riassunti? Per saperne di più vi rimando alla prima puntata di questo racconto scritto da sette autori differenti per stile e genere, ognuno libero di portare il suo personaggio dove vuole.
Il mattino successivo.
[36] Il coordinatore (scritto da me)
L’età avanza, non può più far finta che non sia così. Forse avrebbe dovuto permettere a Elisabeth di accompagnarlo.
Il viaggio lo ha stancato oltre le sue aspettative, nonostante l’autista e il livello di comodità raggiunto dalle auto moderne. Non riesce a trattenere un sorriso ripensando alla prima automobile di servizio, ai tempi del suo ingresso nella Società. Sono trascorsi molti anni e molto di ciò che risulta in primo piano si è trasformato, senza che sia realmente cambiato lo sfondo.
L’eterna lotta per il potere.
Finalmente arriva a destinazione.
La persona che vuole incontrare gli ha involontariamente fatto un favore, decidendo la sera prima di lasciare la sua baita in mezzo ai monti per recarsi in visita a un amico. Non poteva sapere di essere monitorato da un drone di alta quota. Comunque gli ha risparmiato una faticosa scarpinata e di questo deve ricordarsi di ringraziarlo.
Lasciata auto e autista nel parcheggio del bar dall’altra parte della strada, il Coordinatore si prende il tempo di un paio di profondi respiri prima di avvicinarsi alla porta e bussare, sperando al meglio.
«Entra.»
Rispondendo all’invito lascia la mattiniera luce dell’alba per inoltrarsi nella penombra dell’interno. «Buongiorno Filippo.» Saluta vedendo l’uomo seduto a un piccolo tavolato di legno. Quello che sembra un ottimo caffè fuma da una caffettiera portata al tavolo dal padrone di casa.
«Oh, che lieta sorpresa trovarti qui, B.G.»
B.G. sorride versando il caffè in tre tazzine. «Non credo ci sia nulla che possa sorprenderti, Augustus.» Risponde, poi dopo aver finito di servire il caffè prende la sua tazzina e si accomoda a un divanetto in disparte. «Ma credo tu sia qui per Filippo, per cui…» Conclude indicando l’amico.
«In effetti si.» Commenta il Coordinatore, accomodandosi dopo aver tolto il cappotto. Il fuoco di un camino rende l’atmosfera molto familiare.
«Ho visto l’auto parcheggiata. Ho immaginato fossi tu.» Dice Filippo.
«Per quale motivo?»
«Vedi Augustus, mi sono ritirato in questi luoghi dimenticati da Dio da tanto, tanto tempo. E tu sai il perché. Non ho scelto a caso questo posto. Qui non succede mai nulla. Se un’auto della Società arriva qui, all’interno non può esserci che il Coordinatore in persona.»
«Sai anche il perché, ho dovuto scomodare il mio vecchio sedere grinzoso per arrivare fino a qui?»
Filippo sorride, nonostante la battuta di Augustus gli faccia ricordare avvenimenti che avrebbe preferito tenere sepolti. «Immagino abbia a che fare con l’arrivo di quel cittadino.»
Il Coordinatore si prende il tempo di gustare il caffè e apprezzare la calma e la tranquillità della casa in legno e pietre locali. Poi continua. «Si è venuta a creare una situazione particolare, di cui non avevo previsto gli sviluppi, purtroppo. Forse è il caso che inizi a contemplare il ritiro… comunque, per tornare a noi, parlando per ipotesi, cosa diresti se ti dicessi che il piccolo paese in cui ti sei rintanato sia diventato il centro di una ragnatela che ha intrappolato diverse pedine. E una di queste pedine è il “cittadino”, come tu lo hai definito, che credo sia entrato in possesso di informazioni molto particolari. Di quelle informazioni che non dovrebbero essere divulgate. Inoltre, cosa diresti se ti dicessi che ho ragione di credere che un’altra pedina, molto pericolosa, sulle tracce della prima, si sia impigliata anch’essa in questa ragnatela e, che altre pedine, più o meno inconsapevoli, si stiano agitando senza sapere veramente perché?»
Filippo si alza dalla sedia provocando uno scricchiolio, mentre riflette controlla i barattoli di conserve preparati da B.G. Ne prende uno e lo rigira tra le mani. «Quale di queste pedine è sfuggita dalle tue mani, Augustus?»
«Il cittadino.» Risponde l’altro uomo senza indugiare. Conosce abbastanza bene Filippo da sapere di non dover perdere tempo a mentire.
«E cosa vuoi da me?» Chiede Filippo dopo un lungo silenzio.
«Vivi qui da parecchio ormai. Aiutami a sistemare la faccenda. Il mio uomo ha quello che mi serve, ma non si farà avvicinare da me e non voglio usare metodi troppo definitivi. Sai cosa intendo.»
Filippo annuisce. «Non sono un operativo. Non lo sono mai stato. Perché non vuoi usarne uno? Eliminerebbe l’uomo e recupererebbe facilmente ciò che vuoi.»
«Infatti. Lo eliminerebbe. Non posso farlo. Per questo motivo vorrei che te ne occupassi tu. Ma non sei obbligato. Posso andarmene e non sentirai più parlare di me. Potrai sparire di nuovo.»
«Perché ci tieni tanto a quell’uomo? »
«Perché è mio figlio.»
Autore, blog e personaggio.
Walter, lestoriediwalter: Gregory, lo straniero.
Elena, nonsolocampagna: Filippo, il cercatore di funghi.
Maida, cuoreruotante: Lauren la barista.
Roberto: Numero 6, agente segreto.
Sara, leggimiscrivimi: Jo, la donna misteriosa.
Onofrio, neon di berlino: Cisco il benzinaio.
Silvana, residui di tramonto: Marie, la fotografa di moda.