Mosaico, Puzzle in Noir – Ventunesima puntata

Qui dovrebbe esserci un riassunto, ma onestamente chi li legge i riassunti? Per saperne di più vi rimando alla prima puntata di questo racconto scritto da sette autori differenti per stile e genere, ognuno libero di portare il suo personaggio dove vuole.

[35] Jo (scritto da sara del blog Leggimi Scrivimi)
«Gregory!» urlo correndo da lui.
Appena le pistole hanno smesso di cantare, quella sciocca bambolona è scappata via senza pensarci due volte, lasciandomi un bel problema: soccorrere Greg da sola!
Ok che sono allenata, ma lui non è proprio un fuscello…
Gli vado accanto e mi accorgo che è svenuto. “Ottimo” penso, “Di male in peggio!”
Controllo il suo stato e fortunatamente lo hanno preso alla spalla destra, tanto lui è ambidestro, quindi nessun problema. Quello che più mi preoccupa è il colpo di striscio alla testa, solo un centimetro più a sinistra e tanti cari saluti all’affascinante Greg… deve essere stato questo a farlo svenire.
Mi sfilo la felpa, la premo forte sulla ferita alla spalla e intanto cerco di farlo rinvenire.
«Gregory,» lo chiamo dapprima sommessamente – ho ancora timore di essere sotto tiro – poi con tono più alto. «Gregory!» Nulla.
A male estremi… gli tiro uno schiaffo e finalmente lo sento gemere. «Greg, per fortuna, svegliati. Dai, non è nulla ti hanno colpito di striscio.»
Lui mi guarda e sembra sorpreso. «Che ci fai ancora qui?» Mi domanda incredulo.
Io sbuffo infastidita. «Chi credevi che ti avrebbe portato in salvo, la smorfiosa che hai voluto aiutare a tutti i costi?»
«No, ma… pensavo fossi già lontana…» mormora facendo una smorfia per il dolore.
Io cerco di minimizzare le sue condizioni, ma sta perdendo molto sangue.
«Dai smettila, tanto lo so che non lo pensi veramente. Alzati e appoggiati a me che ce ne andiamo… chiunque ci abbia sparato addosso sembra abbia preferito ritirarsi. Chissà se la bambolona è una loro complice e questa è un’imboscata!» Parlo a raffica come faccio sempre quando sono nervosa, mentre lo aiuto ad alzarsi e ci incamminiamo verso la macchina di Lauren.
«No, era troppo spaventata e poi… ahi!» Contrae la mascella mordendosi il labbro, deve fare un gran male. «Se fosse stata un’imboscata organizzata non avrebbero finito le munizioni, o comunque non si sarebbero ritirati e ci avrebbero ammazzati tutti e tre. Credo sia quel tizio che mi seguiva.» Mi dice serio.
Non gli rispondo, so che ha ragione, lo aiuto a salire dietro in modo che possa sdraiarsi e io vado al volante, parto sgommando e intanto spero di avere il tempo di medicarlo, prima del nuovo attacco.
«Jo…» mormora. «Grazie,» sospira profondamente. Deve mettercela tutta per controllarsi e non urlare dal dolore, è davvero un vero uomo!
«Non dire stronzate, sai che non è finita e comunque sei tu che mi hai legato come un principiante… lo sai che ci vuole ben altro per tenermi ferma,» lo provoco, ma lui non risponde. «Forse ti aspettavi che sarebbe accaduto qualcosa?» Gli chiedo, ma nulla, continua a tacere… probabilmente è svenuto di nuovo e la cosa non mi piace per nulla!
Arrivo davanti alla porta di Lauren, trascino giù Greg di peso e non è facile. «Lauren apri!» gli ordino battendo un pugno sul legno.
«Jo, chi cavolo è questo qui e come lo conosci e… chi cavolo sei tu?» mi chiede da dietro la porta.
«Non fare la sciocca, qui fuori siamo in pericolo, apri!» Le ordino ancora anche se so che non è la tattica giusta con lei, quindi aggiungo: «Sei l’unica persona che stimo da queste parti, ti prego, lo medico e ce ne andiamo promesso!» Il mio tono ora è più supplichevole e sento aprire il chiavistello.
Lauren mi fa entrare, mi aiuta a sostenere Greg e a portarlo sul divano.
«Prendimi del disinfettante, il coltello più largo che hai e una candela… ah dimenticavo, delle bende!» Le chiedo con tono deciso, ma gentile.
«Sono l’unica persona che stimi, oppure l’unica che ti avrebbe aperto nel cuore della notte?» Mi dice incrociando le braccia al petto.
La guardo e non posso certo darle torto. «Tuo fratello è gay, credo stia con Robert!» Le dico per due motivi: uno, voglio che lo sappia e due, se la sciocco con una cosa che proprio non si aspetta otterrò ciò che voglio.
«Ma davvero? Forse tu sei l’ultima che l’ha capito, ma non avevo dubbi con tutti quelli che ti fai. Allora, che ti serve per andare fuori dai coglioni?»
«Disinfettante, coltello, candela, bende!» Le elenco di nuovo. «Se hai del whisky, o altro di forte, portalo!» Le dico con un tono più alto subito dopo.
Controllo le ferite di Greg e non è proprio messo bene. Se non l’avessero colpito forse avremmo potuto avere una possibilità, ma così, non so…
Lauren torna con tutto. Disinfetto le ferite e Greg geme, rinviene. «Greg caro, ti cauterizzo le ferite, vuoi un po’ di liquore?» Gli chiedo e sono già pronta a versargli il whisky in bocca, ma lui mi ferma il braccio.
«No,» risponde deciso. «Devo rimanere lucido!»
Gli sorrido, che uomo! Sono stata proprio una stupida…
Piego il braccio e mi prendo una bella sorsata. «Io, se permetti, preferisco essere un po’ sbron…» non finisco la frase e tracanno un altro po’ di liquore.
Scaldo la parte larga del coltello sulla candela e vedo Greg che si mette la mia felpa tra i denti. Mi fa cenno di essere pronto e anche io di rimando.
Appoggio il coltello rovente prima sulla tempia… lui grida nella mia felpa, qualche secondo e via, mi sposto ancora sulla candela. Un forte odore di pelle bruciata mi fa venire un conato di vomito che soffoco con un altro sorso di whisky.
«Pronto?» Mormoro con gli occhi un po’ annebbiati. Lui fa cenno di sì. Allargo il buco della camicia e cauterizzo anche il foro sulla spalla. Urla, lo so che sta urlando, ma non sento nulla!
Lauren mi è vicina e mi porge un asciugamano bagnato. È fresco e me lo passo sulla fronte, che goduria…
«Era per lui!» Mi rimprovera.
Io la guardo come se non capissi la sua lingua, la vedo alzare gli occhi al cielo e mi viene da ridere.
Mi strappa l’asciugamano e tampona la fronte di Greg.
«Jo,» sento Greg che mi chiama, la sua voce è quasi normale, incredibile! «Perché non fuggi via?»
«Greg, questa volta ho fatto proprio una stronzata… mi sono immischiata con gente che non ha codice, né onore… volevo veramente chiedere il tuo aiuto, avevo veramente bisogno che mi salvassi e… » mormoro tra le lacrime.
Lauren mi guarda incredula, non mi ha mai vista piangere, triste o sconvolta… sono sempre stata una donna sicura e decisa, forse gli stavo anche un po’ sulle palle.
«Ok, questo l’avevo già capito!» Dice gentile Greg. «Però, visto che ormai non posso più aiutarti…»
Lo zittisco depositandogli un tenero bacio sulle labbra. «Greg, mi pento di averti sparato quella volta… mi sono pentita subito dopo, ma ero troppo stupida e orgogliosa per tornare indietro, per cercarti… ma dopo questo colpo volevo davvero chiudere con questa vita e… chissà!»
«Tutte stronzate!» mi dice lui.
Gli accarezzo i capelli. «Riposa un po’, devi recuperare le forze, faccio io la guardia, tranquillo.» Così dicendo mi allontano da lui e vado alla finestra, sposto leggermente la tendina per guardare fuori. Sembra che non ci sia nessuno, ma lo so che non sarà così per molto…
Lauren prende il mio posto al fianco di Gregory e gli tampona ancora l’asciugamano fresco sulla fronte.
Poco dopo sento il respiro di Greg farsi più pesante, sta dormendo e io vado in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Devo riempirmi un po’ lo stomaco o lo svuoterò del tutto.
Trovo del pane e del formaggio.
«No ma, non preoccuparti, fai pure come se fosse casa tua!» Mi apostrofa con ragione Lauren, raggiungendomi.
«Scusa,» rispondo scrollando le spalle. «Ora ascoltami bene: vai via!» Aggiungo categorica.
«Cosa? E dove dovrei andare, è notte fonda! E poi questa è casa mia.»
«Mi spiace, ma presto chi ha cercato di ucciderci poco fa arriverà a finire il lavoro e tu non ci dovrai essere. Accendi le luci in veranda, fai finta di parlare al telefono con un’amica e dille che stai arrivando e di non preoccuparsi, di stare tranquilla che sei già in macchina. Devi fare capire che ti sta aspettando e che è un’emergenza, insomma usa un tono alto e disperato.»
«Credi siano già qui fuori?» Chiede spaventata.
«Sì, è probabile.» La voce di Greg ci arriva molto chiara e poco dopo appare davanti a noi, si appoggia allo stipite della porta. «Lauren, fa come ti ha detto Jo, recita la tua parte e vattene via di qui.»
Lei ci guarda in silenzio e poi sparisce in camera. La sentiamo aprire cassetti e armadi mentre io e Greg ci guardiamo negli occhi senza dire nulla, non ce n’è bisogno.
La mia migliore amica in una vita parallela torna poco dopo con in mano un piccolo borsone, Greg le allunga un cellulare. Lei si ferma solo un attimo per guardarci e si avvia alla porta di ingresso.
«Sì tesoro sto arrivando, tranquilla, ho preso il cambio così mi fermo da te come mi hai chiesto, ma adesso non piangere dai, è uno stronzo che ci vuoi fare… Sì cara, sono in macchina, venti minuti e sono da te… Sì hai ragione sono tutti stronzi gli uomini, ti usano e poi ti buttano via, ma noi siamo più forti e li mandiamo a fanculo!» Dice con tono alto e deciso.
Sorrido sperando che quella bella donna possa finalmente capire che può aspirare a una vita migliore!
«Pronta?» Mi chiede Greg.
«No, ma non fa molta differenza.»

Autore, blog e personaggio.
Walter, lestoriediwalter: Gregory, lo straniero.
Elena, nonsolocampagna: Filippo, il cercatore di funghi.
Maida, cuoreruotante: Lauren la barista.
Roberto: Numero 6, agente segreto.
Sara, leggimiscrivimi: Jo, la donna misteriosa.
Onofrio, neon di berlino: Cisco il benzinaio.
Silvana, residui di tramonto: Marie, la fotografa di moda.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...