Qui dovrebbe esserci un riassunto, ma onestamente chi li legge i riassunti? Per saperne di più vi rimando alla prima puntata di questo racconto scritto da sette autori differenti per stile e genere, ognuno libero di portare il suo personaggio dove vuole.
[33] Gregory (scritto da me)
Questa è impazzita.
È il mio primo pensiero dopo le parole che sento pronunciare da Jo.
La tengo sotto tiro mentre cerco di capire se sia arrivata da sola o se i suoi complici si siano nascosti da qualche parte. L’abitazione della barista è abbastanza fuori dal piccolo paese da essere un buon posto per nascondersi, ma allo stesso modo non offre molta copertura in caso di un attacco.
«Che diavolo vuoi da me, Jo? Non mi interessano i tuoi traffici qui.»
«Greg, ascolta. Sono qui per spiegarti ogni cosa. Dammi una possibilità.»
«Sono esattamente le stesse parole che mi hai detto dieci anni fa, prima di spararmi.»
Il suo volto si contrae in una smorfia. È la prima volta che vedo quell’espressione sulla sua faccia. Sono decisamente troppo vecchio per fare questo lavoro. «Ok.» Le dico. «Vieni con me. Ma lascia gentilmente a terra il cannone che tieni dietro la schiena che non depone a tuo favore. Ah, anche la tua piccola amica nello stivale, grazie.»
Jo non esita nemmeno un istante a sbarazzarsi delle armi, cosa talmente strana per lei che quasi mi porta a fidarmi.
Quasi.
La faccio salire sull’auto di Lauren legandole mani e piedi. Avrei preferito usare lacci autobloccanti invece di una sciarpa trovata in auto, ma bisogna sapersi accontentare. Lei non fa resistenza. Incastro le sue armi nel portaoggetti della mia portiera e parto. Non era mia intenzione portarmela dietro, ma conoscendola, preferisco sapere esattamente dove si trova. Inoltre la sua compagnia a volte sa essere piacevole.
Mentre guido tra le pinete ormai ricoperte dalla notte lascio che mi racconti come è arrivata fino a qui. Mi parla di Cisco e del modo in cui si sono trovati in sintonia, della proposta di lui a partecipare a un furto che avrebbe cambiato la loro vita, eccetera, eccetera. La sua voce diventa quasi un sottofondo ai miei pensieri, che infine si mettono d’accordo e decidono il da farsi. Il serbatoio dell’auto è quasi pieno. Con un po’ di fortuna arriverò dove ho deciso entro l’alba, e magari prima che Lauren denunci il furto dell’auto.
Ma evidentemente devo aver fatto uno sgarro a qualche industria del caffè, visto che trovo la strada bloccata da una Mini Countryman messa di traverso e una donna che si sbraccia in mezzo alla carreggiata.
«Wow, e questa da dove è uscita?» Sento dire a Jo.
Fermo la Panda dopo aver constatato che non posso oltrepassare l’ostacolo uscendo dalla carreggiata. Gli alberi sono a ridosso della stretta striscia di asfalto consumato. Resto in auto col motore acceso, la retromarcia inserita e la pistola in mano.
«Forse è il caso che mi liberi.» Continua Jo.
So benissimo che se volesse sarebbe in grado di farlo da sola, per cui la ignoro. La donna in strada si avvicina titubante. Sembra sinceramente spaventata e quasi più sospettosa di me.
La Mini ha una gomma a terra e gli attrezzi per cambiarla sono sparsi in giro. Se non è una trappola la situazione è chiara.
Poi riconosco la donna. La Paris Hilton incrociata al B&B.
Non vedo molte soluzioni. Un’occhiata a Jo per farle capire di non fare scherzi e scendo.
Qualche minuto più tardi la gomma è sostituita con il ruotino di scorta e giuro che se non avessi fretta di sparire e non mi trovassi con una mezza criminale legata in auto con una sciarpa, accetterei l’offerta di seguire la proprietaria della Mini fino al primo locale aperto per farmi offrire da bere.
Come sempre quando succede, succede in fretta. Non è una questione di addestramento o di esperienza, solo di istinto. O ci nasci con l’istinto o non ti metti a fare questo lavoro.
Realizzo che il primo colpo è andato a vuoto solo per pura fortuna.
Mia, ovviamente.
Il finestrino posteriore della Mini va in frantumi esattamente un istante dopo che mi sono abbassato a raccogliere una chiave sfuggita dalle mani. Da quel momento in poi è tutto istinto.
Mi sdraio ancora di più a terra e rotolando cerco di allontanarmi dall’auto e dalla strada.
Devo raggiungere la boscaglia. Sento sibilare altri proiettili, non preannunciati da detonazioni, segno che chiunque sia sta utilizzando un silenziatore. Alcuni colpi sfondano la carrozzeria dell’auto, altri invece si conficcano nel terreno o rimbalzano sull’asfalto. Smetto di rotolare in una direzione perché so che il prossimo mi centrerebbe in pieno. Mi sollevo quel tanto che serve a correre nella direzione opposta mentre, dopo aver recuperato la pistola dalla cintura, esplodo un paio di colpi verso il punto da cui credo provengano gli spari.
Mi accorgo che la donna a cui ho appena sostituito una gomma è impietrita in mezzo alla strada.
Due giorni prima non mi sarei nemmeno posto il problema, il diavoletto sulla spalla non avrebbe nemmeno avuto bisogno di dirmi di lasciarla perdere, ora invece l’angioletto sull’altra spalla mi solletica con le ali.
Mi lancio addosso alla donna facendola cadere e spingendola al riparo dietro la Mini. Poi rapidamente sparo ancora un paio di colpi nel vuoto prima di mettermi nuovamente al riparo. Faccio un rapido calcolo, ho ancora tre colpi nel caricatore, forse anche meno, troppo pochi per uscirne indenne se chi mi sta sparando è l’uomo che mi seguiva. Probabilmente è mandato dal Direttivo.
È a questo punto che sento altri colpi di pistola. Jo.
Mi ero dimenticato di lei. Guardo appena oltre il cofano della Mini e la vedo accucciata al riparo della Panda 4×4 con la pistola puntata verso il bosco.
Trascorrono momenti che sembrano non finire mai, il silenzio è tornato a fare compagnia al buio.
«Greg!» Mi urla Jo. «Tutto ok?»
Provo a rispondere ma per qualche strano motivo la voce non esce.
Sento la donna accanto a me mettersi a gridare, poi più nulla.
[34] Marie (scritto da Silvana del blog Residui di Tramonto)
Marie è terrorizzata.
Lancia un urlo nel momento in cui si rende conto che l’uomo che le ha salvato la vita, trascinandola con sé al riparo dietro la Mini, giace a terra con il braccio inerme sopra la sua faccia.
Quello che è successo negli ultimi cinque minuti è talmente surreale che non ha la capacità di razionalizzarlo.
Si era avviata, dopo la spiegazione di Alex, verso la sua macchina parcheggiata nel piazzale del B&B per tornare alla sua vita e lasciarsi alle spalle quella stupida parentesi sentimentale.
Marie lo sapeva che non bisogna fidarsi degli uomini!
Nella sua vita le avevano causato solo guai, a cominciare da suo padre, che l’aveva salutata quando era una bambina, dicendole “a più tardi” ed era sparito per sempre!
Ma questo Alex le era sembrato così sincero…
Aveva veramente preso una cantonata! E il seguito? Ancora un po’ ci rimetteva la vita senza sapere né come né perché.
La sua auto aveva sbandato dopo aver preso un sasso e lei si era resa conto di avere una gomma a terra in un viottolo di campagna, di notte, in un luogo sconosciuto.
Era rimasta di traverso sulla strada e sperava che non passasse nessuno, perché con il buio che c’era, potevano travolgere lei e la sua Mini. Cominciò a tirar fuori dal portabagagli il necessario per sostituire la gomma, ma sapeva benissimo di non esserne capace. Faceva fatica anche a muoversi fasciata com’era nei jeans attillatissimi e le sue unghie si sarebbero irrimediabilmente sciupate.
Le sembrò quasi un miracolo quando vide arrivare una macchina da lontano e per farsi vedere cominciò a sbracciare come una forsennata.
«Aiuto, sono qui. Fermo, fermo…»
Per fortuna, dopo un attimo di indecisione, il guidatore scese dall’auto e si offrì di aiutarla. Era con un’altra persona, le sembrò una donna, che rimase ad aspettare. In cinque minuti aveva fatto. Il ruotino era montato e la gomma bucata nel portabagagli. Per ringraziarlo Marie gli propose di andare a bere qualcosa nel paese successivo, ma lui sembrava avere un’insolita premura…
Poi fu il caos: il silenzio della notte fu squarciato dal rumore degli spari. Marie rimase immobile mentre il tizio si accucciava, riparandosi dietro la macchina. Sentiva il sibilo dei proiettili che fendevano l’aria da una parte all’altra, ma non era in grado di muoversi. Un finestrino andò in frantumi e venne travolta dal corpo dell’uomo che la trascinò a forza in terra, mettendola al riparo.
Poi allungò un braccio fin sopra il tetto dell’auto e sparò verso il bosco. Ancora colpi, questa volta provenienti dalla Panda dell’uomo. E poi silenzio.
“Greg, tutto ok?”
Sono le ultime parole che Marie sente arrivare dall’altra auto. Poi un’incredibile senso di sopravvivenza la carica di sangue freddo. Sposta il braccio dell’uomo, sale in macchina cercando di spostare i vetri, e parte a velocità folle lontano da quell’incubo. Ha freddissimo e caldo allo stesso tempo, non sa da che parte andare, ha paura, ma è salva!
Autore, blog e personaggio.
Walter, lestoriediwalter: Gregory, lo straniero.
Elena, nonsolocampagna: Filippo, il cercatore di funghi.
Maida, cuoreruotante: Lauren la barista.
Roberto: Numero 6, agente segreto.
Sara, leggimiscrivimi: Jo, la donna misteriosa.
Onofrio, neon di berlino: Cisco il benzinaio.
Silvana, residui di tramonto: Marie, la fotografa di moda.
Un bella sparatoria ci voleva proprio 😅
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Cito: “devo aver fatto uno sgarro a qualche industria del caffè”
Riferimento azzeccato 👍
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Ricordo di tempi andati 😁
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Mitici 👍
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Ti ho scritto una mail 😉
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Ci voleva per darsi una svegliata stamattina
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Adoro l’odore della polvere da sparo al mattino 😬
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Cosa c’è di meglio di una bella boccata di cordite?
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