Cammini da sempre sulla battigia di una spiaggia, i piedi nudi che si susseguono lenti come lenti affondano nella sabbia.
Hai al contempo una sensazione di benessere dovuta al sole e di fastidio per l’acqua fredda.
Talmente è l’abitudine a tutto ciò, che difficilmente ti discosti dal percorso. Eppure senti che qualcosa ti sfugge, o meglio qualcosa attira così tanto la tua attenzione da farti a volte dubitare di voler proseguire sulla strada di sempre. A volte si tratta di qualche ramo caduto dagli alberi che crescono appena oltre la battigia, altre volte un’onda più sfrontata delle altre che arriva a bagnarti fino al ginocchio. E allora ti fermi o se non altro rallenti un poco, osservando in una o nell’altra direzione, scorgendo a volte qualcosa di nitido, ma inconsueto, a volte invece nulla più che un movimento fugace a cui accrediti l’importanza che può avere una sensazione, più che una certezza.
Più ti informi, più leggi, più ascolti, più cerchi di scoprire quale possa essere la verità, o per lo meno la bugia meno grossa dietro al muro di notizie, comunicati, smentite, rettifiche, indagini, complotti, più il mal di testa aumenta e ti impedisce di pensare lucidamente e, di conseguenza, capire.
L’unica soluzione sembra, sempre più, essere quella di deviare dal percorso, addentrarsi nel bosco forse ostile e scomodo ma vero, reale, in cui gli occhi riescono a distinguere ogni minima forma e le orecchie a riconoscere nitidamente i suoni. Vivere completamente esclusi dalla società che si allunga mollemente sul bagnasciuga, al di là dei margini, da tutto. Scoprire o forse anche solo avvicinarsi alla verità seguendo il disegno complicato dei rami intrecciati.
Oppure al contrario, ci si potrebbe immergere nell’acqua, fredda solo nel momento dell’abbraccio, poi calda e accogliente, e farsi leggeri, cullati da un mondo dove vista e udito si offuscano e lasciano percepire solo il voluto, in totale comunione con una sorta di accettazione mistica. Non preoccuparsi di nulla, galleggiare, trascinati dalla corrente.
Vie di fuga. L’una o l’altra.
Intraprendere una direzione implica una scelta non sempre facile e scontata
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E spesso non se ne ha voglia o coraggio.
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Bello … come sempre i tuoi racconti 👏👏👏👏👏
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Grazie. Fa sempre piacere avere un riscontro. Buon proseguimento.
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e se scegliessi di restare, guardando sottecchi la società, giusto per scoprire come va a finire?
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Anche questa può essere una via di fuga, n’est-ce pas?
(scritto giusto?)
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et ça 😊
(mai oui)
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tu le chiami vie di fuga, io isole raggiungibili solo da noi, ma il concetto mi sembra simile.
🙂
ml
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Sono di gran lunga preferibili le tue isole. Le vie di fuga, per come ho voluto intenderle, sono una ricerca di una verità spesso scomoda e ostile oppure il lasciarsi (appunto) immergere in una falsità quasi sempre comoda e cieca.
Per fortuna abbiamo le nostre isole.
Buone pedalate. 😉
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Ah le vie di fuga! A volte diventano più tormentate delle strade già battute! Quando leggo i tuoi racconti riesco a visualizzare i luoghi che descrivi, ergo o sei bravo tu a scrivere oppure ho tanta fantasia io!
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Facciamo metà per uno 😁😁😁
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