Le Mie Visioni #1

Ok, visto che in questo periodo di scrivere in maniera decente proprio non ne ho l’intenzione e di leggere manca la forza/voglia, mi metto qui a fare un veloce excursus di quello che ho visto in questo primo mese del 2021.
Son partito proprio il primo di gennaio con una storia di cui ho già accennato, TENET, che avevo e ho ancora (per lo meno nel momento in cui scrivo) intenzione di rivedere, perché devo darmi quella risposta che merito, cioè di sapere se non ho capito niente io o Nolan ci ha preso tutti per il culo.
Per fortuna c’è ancora chi gira film con i piedi ben piantati per terra e ci racconta storie che sono in effetti passate alla storia. IL PRIMO RE magari non è fedelissimo a come si sono realmente svolti i fatti tra Romolo e Remo, ma dà l’impressione di avvicinarsi in modo verosimile e alla fine della visione sei sazio e soddisfatto.
Soddisfatto come al termine di un film di cui avevo già letto un paio di volte la breve sinossi di presentazione e mi aveva fatto pensare a qualcosa di evitabile. Poi una sera cedo alla tentazione (il telecomando non era in mano mia) e scopro una trama particolare, ben sceneggiata, con quel giusto colpo di scena che non guasta e un finale degno della storia, RADIUS.
Ma si sa che le piattaforme sono zeppe di quelli che una volta venivano chiamati telefilm. Personalmente evito di iniziare una serie che so già non essere autoconclusiva in una o due stagioni e, fortunatamente, si trovano molti di quelli che un tempo venivano chiamati sceneggiati, praticamente film di lunga durata in qualche puntata. Da sei a otto di solito.
LO CHALET è uno di questi. Ne ho visti molti altri l’anno passato e alcuni molto gradevoli, ma siccome ho deciso di partire dal primo gennaio, comincio a parlare di questo. È francese, visto in originale sottotitolato, per fortuna direi, visto che probabilmente nella parte di Francia dove hanno girato questa serie hanno la gustosa abitudine di mangiarsi le parole e rendere la lingua d’oltralpe ancora più ostica alle mie orecchie. La storia devo dire non è originalissima ma la sceneggiatura fa il suo lavoro e rende il tutto piacevole da seguire.
GRENSELAND invece è una produzione nordica, se non sbaglio norvegese. Anche qui trattasi di thriller poliziesco. Ora, faccio una piccola digressione da questa semplice… non la chiamerei recensione, quanto piuttosto notifica articolata delle mie visioni, e cioè far notare la, secondo me, differenza fondamentale tra le produzioni europee (soprattutto nord europee) e quelle statunitensi (almeno alcune, la maggior parte).
La bellezza degli attori.
Negli Usa sembra che almeno i protagonisti debbano necessariamente essere se non molto belli, almeno piacenti, o sexy, mentre in molte produzioni della Vecchia Europa troviamo attori che potrebbero tranquillamente essere scambiati per il nostro vicino di casa, per la tipa del bar sotto l’ufficio o in fin dei conti, per noi stessi. Detto questo, Grenseland inizia benissimo, procede come un treno senza mai farti venire voglia di scendere per sei puntate, poi rallenta tipo freno d’emergenza tirato nella settima e infine deraglia pure appena prima di arrivare al capolinea. Peccato.
Ogni tanto ci infilo un film italiano (a parte il suddetto Primo Re) che riesco a vedere tra il lusco e il brusco quando sfuggo alla censura preventiva della famiglia esterofila. IL NEMICO CHE TI VUOLE BENE, titolo e sinossi invitanti che però nascondono la solita media commedia italiana dove Abatantuono praticamente non recita ma si limita a ripetere battute come se fosse tra amici al bar (ve li ricordate i bar quando ci si vedeva con gli amici?) e il finale ti fa dire “ma cazzo non sono riusciti a pensare a qualcosa di meglio?”
Molti molti anni or sono lessi L’ALIENISTA di Caleb Carr (a cui invidio molto il nome tanto che lo userei come pseudonimo). Non ricordavo quasi nulla del libro se non che ci fosse di mezzo un giovane Theodore Roosevelt. Le due stagioni tratte dai relativi libri dell’autore non mi allettavano troppo, ma poi si è ceduto alla visione. Che dire che non sia già stato detto sia sul libro che sulla trasposizione televisiva. Dubbi storici a parte a me non è dispiaciuto, la seconda stagione meno della prima e poi non riesco a togliermi dalla testa che Dakota Fanning potrebbe fare un prequel della Signora in Giallo, interpretando una giovane Jessica Fletcher. Ah, un’altra cosa, mi fanno morire come durante una indagine per trovare un neonato in mano a un serial killer che potrebbe potenzialmente uccidere in qualsiasi momento, il gruppetto di investigatori indugia in feste, cene eleganti, disquisizioni filosofiche e addii al celibato. Decisamente sapevano come vivere.
Vabbè, siccome comunque sempre a pane e Star Trek son cresciuto, nel frattempo ho visto la terza stagione di STAR TREK DISCOVERY. Delle tre stagioni devo dire che la mia preferita resta la seconda e forse forse sarebbe stato meglio finirla lì…
Diciamocelo, trovare un buon film di fantascienza è dura, tant’è che sono inciampato in OUTSIDE THE WIRE, di cui dirò soltanto che ho smesso di vedere a circa metà pellicola, in favore di uno di quei film pseudo impegnati, IL SUO ULTIMO DESIDERIO, di cui fatichi a seguire il filo logico durante la visione, se non alla fine dire ah ok, ora si spiega, mah, forse potevo finire quello che stavo guardando prima…
Su cortese sollecito della mia compagna di visione nonché dolce metà ho visto qualche episodio della serie documentaristica DIRTY MONEY. Qui non esprimo giudizi se no viene fuori la parte crudele di me, non per i docufilm, ben girati, ma per i fatti che vi vengono raccontati. Si va dalle speculazioni finanziarie del genero di Trump ai diesel inquinanti della VW.
Fortunatamente ogni tanto una miniserie tipo MANHUNT: UNABOMBER riesce a conciliarmi il sonno, mentre un altro film d’oltralpe, MIO FIGLIO, risveglia in me l’antica curiosità sul come mai quando il protagonista deve arrivare in fretta in un luogo, arresti l’auto a una distanza tale dalla sua destinazione che noi persone normali prenderemmo l’auto proprio per non fare quel pezzo a piedi.
E a proposito di auto, ci sono film che io considero al pari di un ascolto radiofonico, cioè che è quasi sufficiente ascoltare senza bisogno di vedere. Perfetti per quando non gli si può prestare molta attenzione. Sono ovviamente pellicole di una certa commedia italiana dove le capacità attoriali sono limitate al minimo e si gioca tutto sulla battuta. Uno di questi film è L’AGENZIA DEI BUGIARDI di cui però, avendo smesso di guardarlo/ascoltarlo a poco meno di metà, non parlerò.
Solitamente evito la piattaforma di stato RaiPlay, perché al contrario delle sue concorrenti a pagamento, può capitare di trovare più traffico sul suo server che sul raccordo anulare nell’ora di punta.
E mi spiace, perché si trovano cosette interessanti, come ad esempio BEFOREIGNERS. Interessante nuova serie norvegese (sì, sempre loro) che mescola crime e fantascienza in modo ironico ma attento alle problematiche sociali come razzismo, nazionalismo e odio religioso. La protagonista ricorda in qualche modo la mitica Saga Norén della serie scandinava BRON. Se non avete mai visto Bron andate a cercarlo, però la serie originale del nord Europa e non il suo rifacimento statunitense.
Dopo una mistica serata in cui sono stato violentato con la visione di una serie basata su una gara tra arredatori di interni, non potevo esimermi dal vedere ciò di cui tutti hanno parlato in questi giorni, cioè THE UNDOING.
Ho finito di vederlo proprio qualche minuto fa, dopo almeno una quindicina di giorni in cui ne ho sentito parlare solo bene. A parte che sto ancora cercando di rimuovere dalla mente l’immagine della bocca di Nicole Kidman che prosegue per metri oltre le labbra, riporto qui la prima impressione a caldo di mio fratello, che lo ha visto in contemporanea da casa sua: tutto sto casino per ‘sta fine? Condivido l’affermazione. Magari potevano spendere meno per il cast e qualcosina in più per l’autore. Intendiamoci, bellissimo tutto il castello di carte che viene messo su fino all’ultima puntata, peccato per quel colpo di vento…
A questo punto visto che il post sta raggiungendo una lunghezza raccapricciante la chiudo qui anche se gennaio non è ancora terminato.
Che dire, se siete arrivati a leggere fino alla fine non posso esimermi dal farvi i complimenti, o ardimentosi delle letture inutili.
Sia mai che l’esperienza possa ripetersi il prossimo mese?

Le mie pubblicazioni:

Heideen [Romanzo, Green Fantasy]

Lemniscatus, la catena dell’odio. [Romanzo, Giallo]

Racconti, Volume I [Antologia di racconti, vario genere]

Racconti, Volume II [Antologia di racconti, vario genere]

Racconti, Volume III [Antologia di racconti, vario genere]

Moses [Romanzo, Fantascienza, Giallo]

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