#192 – Il mio nome è…

Il mio nome è Winston.
Winston Smith. Forse vi ricorderà qualcosa, forse no, non ha importanza.
Il problema è che non sono nemmeno sicuro che sia il mio vero nome.
Non so se mi è stato dato dal Padre, dal Ministero, o dal Fratello.
Ero piccolo. Ricordo ben poco di quando ero piccolo.
Le scuole, il lavoro.
Ho studiato quello che mi hanno fatto studiare.
Lavoro nel posto in cui mi hanno detto di lavorare.
E’ un sistema in cui sento di non credere, ma che mi serve. Per sopravvivere.
Mi hanno messo in mano uno schermo. Non mi hanno detto di guardarci dentro, non ce n’è stato bisogno. Ho fatto tutto da solo.
Io guardo lo schermo e lo schermo osserva me. Sempre.
Quello che conosco del mondo arriva da lì dentro. Lì dentro c’è tutto quello che mi serve sapere. E tutto quello che esso sa di me.
Un giorno per caso quello schermo l’ho girato. Ho visto cosa c’è dall’altra parte.
Io.
Walter. Il nome con cui mi conoscete. Il nome che mi sono dato per presentarmi a voi.
E’ il nome che mi aiuta a cercare di rimanere nascosto, al di qua dello schermo, dove si racconta un’altra verità.
Winston conosce una verità.
Walter conosce una verità.
Ma quale verità è la verità?
Entrambe mi urlano di dare loro ascolto e io lo faccio, acconsento, mi convinco poi mi ritraggo, dissento e poi annuisco. Le immagini sono così nitide nei due schermi, così reali, così contrapposte e speculari da fondersi in una sola.
E io ora non so più chi sono, dove sono, da quale parte dello schermo sto osservando il mondo.
Hanno ragione.
Avete ragione.
E’ tutto vero.
E’ tutto falso.
E’ tutto sbagliato, ingiusto, anzi no, è tutto perfetto, è come deve essere.
E’ come volete ma per favore, chiunque voi siate, per favore, premete quel grilletto.