Varnia capitó sulla Terra per caso.
Davvero, non l’aveva preventivato.
Ed era quasi inconcepibile per Varnia fare qualcosa che non rientrasse in un programma ben prestabilito. Quel viaggio in particolare era molto importante, ne andava della sua carriera. Non dovevano esserci intoppi di sorta.
La navetta preparata di tutto punto, ogni bagaglio ben imbarcato.
Le batterie cariche al massimo della capacità per garantire sia l’andata che il ritorno, tagliando scrupoloso effettuato e itinerario di viaggio studiato nei minimi dettagli.
Sarebbe stato tutto perfetto se solo avesse deciso di attraversare quel particolare sistema solare tra il quarto e il quinto pianeta, dove la strada era più ampia.
Invece no, la sua puntigliosità e la maniacale ossessione per il risparmio di energia gli avevano suggerito di sfruttare lo stretto passaggio tra il terzo e il quarto, per sfruttare al meglio l’effetto fionda delle forze gravitazionali. Peccato che le mappe del Navigatore Galattico non fossero evidentemente aggiornate a dovere. Qualche testa avrebbe dovuto saltare perché non poteva essere possibile che ai Mappatori Planetari fosse sfuggita una civiltà sviluppata su quel terzo pianeta del sistema.
Se qualcuno avesse fatto bene il suo lavoro, tutta quella rete di satelliti sarebbe stata segnalata.
Invece niente.
Un passaggio che avrebbe dovuto risultare libero come lo spazio tra due Bastioni di Orione era invece intasato come Trantor il lunedì mattina.
L’impatto con uno di quei piccoli e antiquati satelliti artificiali fu inevitabile. E l’atterraggio sul pianeta una scocciante conseguenza.
Fortunatamente Varnia non ci mise molto a capire che la civiltà di quel pianetucolo di periferia, sebbene ancora rozza e arcaica, sarebbe stata in grado di fornirgli un sufficiente grado di tecnologia per riparare i danni alla sua navetta. Infatti non impiegò molto a porre rimedio ed essere pronto a ripartire. Sicuramente meno tempo che aspettare una Nave Attrezzi da Aldebaran.
Ma prima di lasciare il pianeta decise che, dopotutto, quegli esseri meritavano una piccola punizione per avergli fatto perdere tempo prezioso. E poi non erano nemmeno segnalati nel Grande Registro Civiltà Tecnologiche, per cui, volendo poteva anche sterminarli che nessuno se ne sarebbe accorto.
Ma Varnia in fin dei conti non era un cattivo diavolo, per cui pensò a qualcosa di più sottile.
Visto e considerato che gli abitanti del pianeta avevano invaso lo spazio con satelliti che per la maggior parte dei casi servivano solo a rendere più veloce il loro scambiar fotografie di sé stessi nelle pose più assurde, Varnia fece in modo che nessuno potesse più vedere, in foto, in video, tanto meno riflessa su una qualsiasi superficie, perfino nemmeno disegnata, la propria immagine, ma solo quella dei suoi simili. Raddoppiò il carico togliendo loro anche la capacità di descriversi a vicenda.
Questo portò a una drastica diminuzione del traffico digitale e alla quasi inutilità di aggiungere sempre nuovi satelliti attorno al pianeta.
Di contro però permise agli esseri umani (così si autodefinivano) di raggiungere una consapevolezza della propria persona che prescindeva dalla fisicità. Non potendo sapere quale fosse il loro aspetto proprio, le nuove generazioni di umani smisero di considerarlo un fattore sociale importante e iniziarono a vivere senza discriminazioni.
Ma a quel punto Varnia aveva già ripreso da tempo il suo viaggio e non seppe mai il bene che aveva fatto all’umanità.
P. S.: sul sito aziendale dei Mappatori Planetari fu pubblicata una circostanziata recensione molto negativa.
Questa piccola storia è stata ispirata dalla lettura di questo articolo, scritto da cuoreruotante. Ah, i più attenti avranno sicuramente notato la citazione a una famosa frase di un film, ma a chi mi azzecca l’altra citazione andrà tutta la mia stima. (Non googlate…)
Le mie pubblicazioni:
Heideen [Romanzo, Green Fantasy]
Lemniscatus, la catena dell’odio. [Romanzo, Giallo]
Racconti, Volume I [Antologia di racconti, vario genere]
Racconti, Volume II [Antologia di racconti, vario genere]
Racconti, Volume III [Antologia di racconti, vario genere]
Moses [Romanzo, Fantascienza, Giallo]
Varnia for president !!!!
😉
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Sarà il caso? 🤔😁
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non sarebbe la prima vendetta che finisce per fare del bene alle sue vittime 🙂 molto bello, come sempre; sottile e divertito. Mi piace come stai sempre al livello degli occhi del protagonista, mai sopra, sul podio dell’autore 🙂
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Grazie ReD . Con certi protagonisti meglio stare al livello occhi… Altrimenti potrebbe essere pericoloso… 😉
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eh già! hai visto mai che ‘sti alieni come ti volti un attimo… brrrr, meglio non pensarci 🙂
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Nooo, son dei pezzi di pane, porelli…
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Sono felice di averti ispirato per scrivere questo meraviglioso racconto, ma di citazioni io non ne ho beccata neanche una 😁
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😁😁 I bastioni di Orione fanno parte del discorso finale in Blade Runner e, Trantor è la capitale galattica nel Ciclo della Fondazione di Asimov 😉
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I bastioni di Orione li avevo riconosciuti ovviamente, ma Trantor no.
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Quando uscirà la serie TV dedicata (apple tv) diventerà un “posto” conosciuto 😁
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🤔
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Per fortuna hanno fatto una cattiva recensione, così non viene nessun’altro, che siamo già troppi… bella storia Walter! Le citazioni le avevo solo intuite, Blade Runner l’ho visto 4 volte e di Asimov ce li ho tutti… pure il Libro di Fisica (che però non ho letto…) 🙂
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Io credo di aver letto anche un libro divulgativo di Asimov, oltre a tutti gli altri, il problema è la memoria… So che li ho letti ma ricordarsi le trame…
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Eh, pure io. Però il vantaggio è che puoi rileggerli senza annoiarti! 🙂
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Vero, però un po’ fa rabbia… Invidio chi ha una buona memoria 😉
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Sui libri non ce l’ho nemmeno io, dimentico le trame e anche i finali. Pensa che dimentico anche come finiscono le repliche di Montalbano, dopo averle lette e riviste almeno due-tre volte… Potrei fare a meno di comprare nuovi libri, a questo punto.
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Siamo messi bene… 😂😂😂
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uddio, non sapete quant’è consolante sapere che capita anche ad altri, oltre che a me… 🙂
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😭
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