#168 – Il lago

Lo vedi?
Lo vedi il lago, questa sera?
Calmo, placido.
Non gli appartiene la volubilità del mare, l’agitazione dell’oceano.
Una superficie che ondeggia tranquilla.
Come la tua vita.
C’è quello che vedi.
La superficie, visibile a tutti.
E’ il volto che riveli, che mostri anche a te stesso ogni mattina, sorpreso dallo specchio.
Non ci sono dubbi in superficie.
Ci nuoti facile lì, galleggi sorridente, godi del caldo del sole e della spinta dell’acqua.
Che ti costa galleggiare?
Galleggiare a morto sulla superficie.
Perché lì in superficie tutto è meraviglioso, nitido, luminoso anche di notte.
Allora perché, dimmi, perché ti immergi, scendi sotto il pelo dell’acqua, trattieni il fiato e scivoli giù senza opporre resistenza?
Meno luce sotto la superficie.
Occhi che non sono fatti per vedere nell’acqua.
Il mondo si scioglie si sfuma perde nitidezza ti confonde.
Il tuo volto cambia. Chiudi lo sguardo, perdi il sopra e il sotto.
Voli, il mondo liquido ti avvolge.
Reminiscenze.
Sei libero, il mondo reale è rimasto fuori. Al di là dell’acqua.
Ma non puoi restarci a lungo, non puoi respirare.
Riemergi. Respiri. Non resisti. Ritorni.
Lo sai.
Oh, se lo sai.
E’ più in fondo che vuoi andare.
In profondità.
Rubi l’aria e scendi.
Pressione sulle tempie, dentro le orecchie.
Freddo. Buio. Solitudine.
Nessuno ti vede.
Nessuno ti giudica. Nemmeno tu lo fai.
Sei veramente libero di essere quello che sei, nel profondo.
Libera i mostri. I mostri vivono bene in fondo al lago.
Tu vivi bene in fondo al lago.
E io,
io ti aspetto lì.