Romanzo: Lemniscatus, la catena dell’odio.

Domenica 1 luglio, area di sosta autostradale

Piotr
Ci voleva proprio. Appoggia il bicchiere vuoto sul banco e lo osserva soddisfatto.
Così si beve, tutto in un colpo.
L’alcool deve arrivare a botta nello stomaco e da lì entrare in circolo, velocemente. Poi il suo calore diffondersi in tutto il corpo.
Corpo appartenente a un omone di 140 kg che si è fermato in una delle tante aree di servizio dell’autostrada, dove non si possono servire alcolici ad alta gradazione al banco.
Ma lui, l’omone, sa come ovviare all’inconveniente. Prima ha trangugiato un paio di panini ultracalorici, aiutando l’ingestione con una cascata di birra di medie dimensioni, poi ha girovagato come un cane da tartufi tra i vari espositori di specialità regionali, trovando una confezione di grappe mignon da collezione.
Non della qualità da lui preferita certo, ma d’altra parte le sue papille gustative si adattano benissimo a qualsiasi cosa, basta che contenga la giusta quantità di ebbrezza liquida.
Per cui ha afferrato le confezioni, ne ha prese due da sei bottiglie l’una, visto l’ottimo prezzo, ha pagato alla cassa, perché non si dica che non è una persona onesta, si è fatto dare un bicchiere in quanto tracannare dalla bottiglia non è elegante, l’ha riempito e l’ha svuotato.  Il ragazzino al primo impiego dietro al banco si è guardato bene dal far notare il divieto di bere alcolici.
L’operazione si ripete per tre volte. Ora che l’omone si sente meglio è pronto a ripartire. Esce dal Motorgrill, una mano che regge la confezione superstite di grappe e l’altra che cerca le chiavi del furgone in una delle tasche dei pantaloni.

Il piccolo scoiattolo se l’è vista brutta.
Il bestione a due zampe uscito dall’enorme tana luminosa lo ha sfiorato con le sue grosse zampe ricoperte. Fortunatamente un solo agile balzo è stato sufficiente per scomparire nel prato.
Ora che è tornato in cima alla sua pianta e il suo battito cardiaco sta decelerando, si concentra a osservare l’umano che per poco non lo trasformava in un tappetino.
L’uomo è fermo davanti alla scatola con le ruote su cui è arrivato e non si accorge dell’altro che gli si avvicina da dietro. Certo che gli si avvicina molto silenziosamente.

Eppure era sicuro di aver messo le chiavi nella tasca destra, invece rimestando con la mano sente solo monetine. Saranno nelle tasche dietro.
Sbuffa mentre fruga con la mano nelle grosse tasche posteriori dei pantaloni militari. Nessuna voglia di ricominciare a guidare, fermarsi a dormire un paio d’ore sarebbe preferibile, soprattutto ora che ha soddisfatto il languorino allo stomaco, ma la merce che ha preso in consegna in Francia deve essere in Croazia il pomeriggio a venire. Se non arriva in tempo deve pagare una penale, e non ne ha nessuna intenzione. Ci sono ancora molti chilometri da fare.
Chissà, forse se riesce a viaggiare abbastanza veloce, più avanti potrà fare una pausa e magari conciliare un pisolino con un po’ di compagnia al giusto prezzo. Chantal, gli pare che si chiami, o forse Cinzia… Bah, non ha importanza.
Il suo ultimo pensiero però è per la moglie. Probabilmente lei ne sarebbe contenta, sapere del marito che muore pensando a lei.
Ma lui si sta solo rallegrando che lei sia così lontana.
Nel momento in cui le labbra di Piotr si piegano in un sorriso, tutto il resto del suo corpo smette di vivere.

Nero
Direi che è andata. Liscio come l’olio.
Torna alla sua macchina, silenziosamente, la mette in moto e l’autoradio si avvia insieme al motore.
Sintonizzata su una stazione di rock classico, diffonde le note degli Who nell’abitacolo. Baba O’Riley per l’esattezza.
Nero sorride per l’ironia della cosa.
Poi si dilegua come se niente fosse successo.

 

Sempre domenica, qualche ora dopo, abitazione di Daniel Bianco

Daniel
Lampi, rumori assordanti e polvere, tanta polvere ovunque, brucia negli occhi, riempie la bocca, si insinua nel naso. Respirare è faticoso, i polmoni lanciano fitte strazianti, la voce non esce dalla gola.  Cerca di muoversi ma qualcosa lo blocca. Qualcuno grida, sente le voci, sovrastate da quelli che sembrano spari. Lo stanno chiamando, non sente gridare il suo nome, ma sa che stanno chiamando proprio lui…
Al risveglio il primo pensiero è che sia lunedì. Il secondo pensiero è cercare di capire dove si trova.
Agitati ricordi confusi di un posto che non conosce e la sensazione che qualcosa di drammatico stia accadendo in quel momento e non si possa fare niente per evitarlo.
Un sogno, solo un sogno… la sveglia?
No, non è la sveglia. Il suono che lo ha svegliato non è la suoneria della sveglia. Perché non ha puntato la sveglia, ora ricorda. Oggi è domenica, il programma era di dormire tutta la mattina, per questo la sera prima è rimasto alzato fino a tardi, e forse ha finito quella bottiglia di vino che avrebbe voluto solo assaggiare.
Testa pesante, bocca impastata. Sì, l’ha finita.
Il suo cane, o meglio il cane che si è accomodato da lui dopo essere capitato lì un pomeriggio di qualche mese prima, gli dorme sulle gambe. Se non sta dormendo è un grande attore.  Neanche il continuo rumore assordante lo desta dal suo ostinato riposo.
Forse il cane ha capito che il rumore assordante non è altro che il tono di chiamata del cellulare. E siccome lui è un cane, e nessuno può avere motivo di chiamarlo, perché scomodarsi?
Lo squillo dell’apparecchio si rifà ai vecchi telefoni a disco del secolo prima. Quando Daniel lo aveva impostato come segnale di chiamata gli era sembrata una buona idea, perché gli ricordava la vecchia casa al mare dei suoi nonni, dove passava le vacanze estive, peccato che come lui abbiano avuto la stessa idea praticamente tutti nell’Universo, per cui in un mondo in cui teoricamente ogni cellulare potrebbe avere una suoneria diversa, suonano tutti allo stesso modo.
Si ripromette di cambiare il tono appena possibile. Se lo ripromette ogni volta che lo sente, ma non lo fa mai.
“Siii…” Anche la voce è impastata.
“Sei sveglio?”
Ecco la domanda del secolo. Anzi del millennio. La domanda al primo posto della classifica delle domande stupide da quando hanno inventato i telefoni e li hanno fatti squillare di notte.
Cosa vuoi che ti risponda? Che sto dormendo e ti sta rispondendo il mio cane? Beh, il mio cane non si degna di rispondere al telefono, per cui sono sveglio!
“Si.”
“Dovresti venire giù al dipartimento. È un’emergenza.”
“Ma non sono di turno… che ore sono?” Non ha ancora ben focalizzato con chi sta parlando, deve aver veramente esagerato con il vino.
“Lo so che non sei di turno, non lo eravamo neanche noi, ma se ti ho chiamato alle quattro del mattino di domenica ci sarà un motivo no? Butta giù il culo dal letto e vieni qui.”
Deve essere Samuele, il suo superiore. Non ne è sicurissimo ma lo diamo otto su dieci.
Non è stato facile. Onestamente non è stato facile.
L’operazione di alzarsi dal letto la possiamo ritenere soddisfacente, in pratica si è trattato di sfilare le gambe da sotto il meticcio marrone e rotolare verso destra per cadere sul pavimento giusto dell’altezza del materasso, che è appoggiato al pavimento, e poi sollevarsi.
Riuscire a tenere gli occhi aperti è tutta un’altra storia. Comunque in teoria non c’è niente che una doccia e un buon caffè non possano rimettere in sesto. Abita da solo, per cui non c’è nessuna signora Bianco da avvertire e nessun piccolo pargoletto da stare attenti a non svegliare. Non più per lo meno.
E non ci sono neanche dei vicini da infastidire, visto che il camper con il motore fuso in cui vive è piazzato nel giardino di una proprietà con annesso rudere da ricostruire a ridosso di un bosco ai limiti della civiltà.
E purtroppo non c’è neanche il caffè, e la doccia la ridimensioniamo a una energica sciacquata di faccia con acqua fredda.
Ok, è pronto, o almeno pensa di esserlo. Essendosi addormentato vestito, non c’è bisogno di perdere tempo ed energie a cercare qualcosa da mettersi. Basta riagganciare pistola e fodero alla cintola, infilarsi le scarpe e una leggera giacca sportiva.
E comunque non è in condizioni di rendersi più presentabile e nemmeno ne sente il bisogno, per cui esce, chiude a chiave anche se completamente inutile e, prima di salire in auto, riempie  i polmoni di notturna aria fresca. Deve scacciare la pessima sensazione di non riuscire a respirare a causa della polvere che pervadeva l’incubo.
Rapaci notturni e grilli riempiono il buio della notte.
Per un attimo si domanda quanti piccoli occhi lo stanno osservando in quel momento, poi un secondo prima di salire in auto si ricorda di Cane. Non ha mai dato un nome al suo coinquilino.
Torna sui suoi passi e lo fa uscire suo malgrado dal camper. Cane si svacca a terra esattamente un centimetro dopo la porta, sbuffa e si rimette a dormire. Daniel Bianco si domanda se lo troverà ancora lì al suo ritorno. È già capitato che Cane se ne vada a zonzo per parecchi giorni, prima di tornare.
Quando riesce infine a girare la chiave di avviamento nel cruscotto dell’auto, l’autoradio squarcia la pace notturna e le sue orecchie. La sera prima ha spento senza abbassare il volume e gli ACDC lo fanno sobbalzare sul sedile. Spegne l’apparecchio con un colpo secco del palmo della mano, poi avvia la vecchia e secondo la legge molto inquinante Fiat Bravo per poter arrivare al dipartimento.
Ora è il rumore del terminale di scarico a sovrastare ogni altra cosa.

…continua.

Ed ecco a voi l’inizio di uno dei romanzi più belli che siano mai stati scritti su questo pianeta. Come forse ho già scritto da qualche parte il fatto che pochissimi eletti abbiano avuto il piacere di leggerlo dipende solo dal fatto che una Forza Maggiore (e non ho usato le maiuscole a caso) non desidera che questo capolavoro scalzi dalle classifiche di vendita il suo best seller la cui prima edizione risale a qualche centinaio di anni fa per mano della stamperia Gutemberg… (e continuano a ristamparlo). Poi il fatto che io sia negato nel pubblicizzarlo di certo non aiuta… Fatto sta che questo gioiellino di romanzo prese vita ormai nel lontano 2013 e ora giace indisturbato su diversi siti di vendita online. Non vi chiederò di andare a comprarlo. Ci mancherebbe. Lo so che la crisi economica ha influito sul potere di acquisto di noi italiani. Lo so che avete una pila di libri di scrittori già affermati e garantiti sul comodino che però non avete tempo di leggere. Lo so che vi state chiedendo perché dovreste acquistare anche il mio libro. Lo so che ci sono millemila altri motivi per ignorare questo post. Ma… Siete sicuri che potete farne a meno? Siete sicuri di voler rischiare di non leggere il miglior romanzo che vi potrà mai capitare tra le mani? E se poi non ne aveste più la possibilità? E se poi i poteri forti, le lobby del caffè o i complotti internazionali decidessero di farlo sparire? E se poi la vostra vita dipendesse da una qualche informazione che casualmente potrebbe tornarvi utile dopo aver letto questo libro? E se il tavolo che avete in salotto si mette a ballare proprio la sera in cui avete la cena più importante della vostra vita e questo libro fosse l’unico a vostra disposizione dello spessore esatto per non farlo dondolare??? Fossi in voi ci farei un pensierino, seriamente.

Oh, nell’ipotetico caso che decidiate in maniera positiva, vi allego una serie di link di siti dove potrete trovare, sia in formato cartaceo che digitale, questo assoluto capolavoro del genere giallo/thriller/storico/azione. Lo trovate anche su Amazon ovviamente (cosa non si trova su Amazon) anche in formato kindle a un prezzo irrisorio… Sappiate però che purtroppo mi sono accorto che si tratta di una versione non proprio aggiornata ma che non riesco a cancellare. Mi rimetto a voi, nel frattempo vi ringrazio, anche solo per il fatto che siete ancora qui… (faccina sorridente e anche un filo commossa…)

Alla prossima.

A seguire i link.

NO!!! Non chiudere il post! Non hai ancora cliccato su uno dei link:

streetlib

mondadori store

la feltrinelli

ibs

libreria universitaria

unilibro

Grazie (a prescindere)!!!

 

15 Comments

      1. Il tuo libro dai distributori non c’è.
        Come al solito queste pubblicazioni on Line sono reperibili/esistono per un po’ di mesi e poi basta. Io sono su”il mio libro.it” , conosci? Kataweb, Barrico con Feltrinelli ,Repubblica &C.
        Ho pubblicato, ho stampato, ho un paio di ISBN ma nell’ universo librario sono stata presente per poco, anche quando ho pubblicato veramente con un editore – Angelo Guerini- di Milano , faceva parte di una collana ed era distribuito veramente. Era il 2008. Poi è stato ritirato dopo qualche hanno. Io ne ho acquistate un po’ di copie, prima del macero, e lo regalo volentieri. Sai che anche le ristampe hanno una fine? A meno che qUalcuno non ripeschi l’autore e lo trovi attuale. Ciao ciao.
        Prova a pubblicare con un editore vero

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        1. Grazie per avermelo detto. In effetti sto valutando un editore (di quelli a minimo contributo economico) che segua di più la distribuzione…
          Ormai conquistare uno spazio nel mondo dei libri sembra quasi impossibile a meno che non si conosca qualcuno personalmente. Continuerò a scrivere per divertimento, non certo per guadagno.
          A presto. Grazie.

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  1. Mi spiace ma sono piuttosto critica sulle copertine che sono la faccia del libro. Sicuramente è in linea con il libro. Io preferisco una grafica più essenziale che descrittiva. Naturalmente sono gusti estremamente personali… Buongiorno

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      1. Non so fare ipotesi sulle vendite. Ho espresso, come già scritto in precedenza, solo un mio personale giudizio sulla copertina. Quella riportata dà una forte indicazione sul contenuto, cioè è descrittiva. A mio parere una copertina dovrebbe “alludere” in modo da stimolare la curiosità. Ma, ripeto. È solo un mio parere. Pochi elementi grafici e un buon equilibrio con il titolo. Buona giornata Walter 🐞

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