#123 – Nuvole

Il giorno in cui accadde arrivò senza preavviso. Non vi furono avvisaglie, non vi furono predicatori urlanti nelle strade a rammentare ai passanti di pentirsi, niente nelle antiche profezie faceva riferimento a qualcosa del genere. Nulla fece presagire all’umanità quello che sarebbe successo. In ogni caso, gli uomini nulla avrebbero potuto. Che si sia trattato di un esperimento militare andato male, della reazione a qualche evento astrale sconosciuto o semplicemente per colpa di qualche dio in preda a uno scazzo celestiale, non è dato saperlo. Il fatto è che le nuvole ghiacciarono. Di colpo. In pochi istanti. Tutte. In tutta l’atmosfera. Ogni formazione nuvolosa, che si trattasse di cirri o nembostrati, fino ai massicci cumulonembi, tutte si trasformarono in blocchi di ghiaccio. Iniziò sul continente europeo, in pieno giorno. Nel giro di pochissimi secondi il ciclone che stazionava da giorni sopra la Vecchia Europa divenne una massa compatta di ghiaccio. E precipitò. Pochi ebbero il tempo di realizzare cosa stesse succedendo. Spazzò via qualsiasi cosa, così come poi, a catena, gli uragani tropicali nel Centro America e i tifoni in Indonesia. Le masse nuvolose ghiacciate che precipitarono nei mari e negli oceani sollevarono onde alte migliaia di metri che spazzarono tutte le terre emerse con velocità e violenza impensabili. Nella maggior parte dei casi l’onda d’urto causata dallo spostamento di massa d’aria nell’atmosfera lucidò la superficie al pari di un’esplosione nucleare globale. L’onda d’urto delle collisioni sul terreno si propagò a profondità tali da far scuotere e tremare le placche terrestri. Il globo fu scosso da un unico devastante terremoto che diede libero sfogo all’energia repressa del pianeta attraverso vulcani e ferite lungo le placche telluriche. Il pianeta biancoazzurro si trasformò in una palla scura di gas caldo e venefico. Quasi ogni forma di vita animale e vegetale si estinse nel giro di poche ore. Poi le immani masse di ghiaccio si sciolsero ed evaporarono, alimentando un ciclo di tempeste che imperversarono sulla superficie per migliaia di anni. Le prime nuove piante videro la luce un milione di anni più tardi, i primi proto-animali in grado di nutrirsene solo due milioni di anni dopo. Dell’Uomo non vi fu più traccia.

Ecco, a questo pensavo ieri mentre osservavo le nuvole. Se conoscete uno strizzacervelli di quelli bravi, mandatemi il numero.

15 Comments

  1. Complimenti.
    La successione degli eventi dopo quel fenomeno inspiegabile e..agghiacciante (!) è descritta in modo verosimile quanto spaventoso. Non hai lasciato alcuna possibilità di sopravvivenza ne’ di ricomparsa dell’uomo sulla terra, io sono stato meno drastico:)
    ml

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    1. Grazie. Dicono sia sufficiente una potente eruzione di un megavulcano a causare danni reversibili solo in migliaia di anni. Siamo ben poco noi umani, ma così capaci di crear danno…
      Adesso mi hai incuriosito. Andrò a vedere il tuo.

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  2. Un punto di vista interessante. Una possibilità da non scartare. Mi hai fatto venire in mente un vecchio film di De Sica, Il giudizio Universale. Ma a pensarci bene quella descritta nel film è una favoletta rispetto alla tua visione. Condivido in pieno la tua pazzia.

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