Boris Smirnov era uomo d’altri tempi.
Nato quando non vi erano cellulari, internet e tantomeno computer.
Quando l’apparecchio televisivo lo si poteva vedere solo al Circolo del Popolo, spento per quasi tutto il giorno e rigorosamente in bianco e nero quando acceso.
Quando lavorare era un onore più che un’esigenza.
Boris timbrò il suo primo cartellino all’età di dodici anni, ma solo perchè prima di allora era troppo piccolo per essere assunto. Continuò a farlo per tutta la vita, passando dalle obliteratrici a leva a quelle elettriche, fino ai badge magnetici e infine ai lettori di ingresso wifi.
Boris era una leggenda nell’azienda in cui prestava la sua opera.
Si racconta che quando venne inaugurato il primo stabilimento, Boris fosse accanto al fotografo che scattò la foto commemorativa al Compagno Fondatore, nell’atto di reggere il flash a magnesio. Foto che faceva bella mostra di sé nel corridoio d’ingresso della sede principale, prima immagine di una lunga serie in cui successivamente compare quasi sempre anche Boris Smirnov, dapprima sullo sfondo, via via sempre più in primo piano fino a rasentare i Quadri Direttivi, ma senza mai entrarne a far parte. Per sua volontà a quanto pare.
Boris era conosciuto e benvoluto da tutti. I tecnici e gli operai del primo turno lo incontravano al loro arrivo, nell’area relax, spesso intento a degustare una bevanda al gusto di tè verde. Molti impararono a chiedergli consiglio su questioni che spaziavano dai problemi lavorativi alle tribolazioni personali. Lo Smirnov ebbe sempre un buon consiglio e una buona parola per tutti e quando per un dato problema non si trovava immediata soluzione, era sua cura impegnarsi a seguire nel tempo il collega per supportarlo magari anche solo con un appoggio morale, se non poteva fare di più, fino allo scioglimento del grattacapo.
Nel corso della mattinata, Smirnov si muoveva di scrivania in scrivania, di ufficio in ufficio, di reparto in reparto, regalando preziosi e apprezzati consigli oltre che vere e proprie collaborazioni in ogni campo.
Il tavolo di Boris, nella sala mensa, era oggetto di pellegrinaggio da parte di colleghi e dirigenti, che tra una pietanza e l’altra, approfittavano delle sue acute osservazioni per apportare gli ultimi ritocchi ai programmi futuri dell’azienda oltre che, naturalmente, decidere il menu della settimana entrante.
A fine giornata, tutti coloro che incrociavano Smirnov recandosi verso l’uscita, lo salutavano calorosamente augurandogli una buona serata. Boris ringraziava tutti con un cordiale abbraccio di commiato, fino a quando si trovava a elargire un altrettanto cordiale saluto di benvenuto agli addetti alle pulizie, ormai abituati alla sua presenza durante lo svolgimento del loro lavoro. Non poche volte qualcuno di costoro s’attardava con lo Smirnov nell’ascoltare qualche radiocronaca della Nazionale o per una partitina a scacchi.
Molte delle guardie notturne lo ricordano ancora con affetto per averli aiutati a superare con leggerezza i pesanti turni invernali.
Col senno di poi, viene da domandarsi se Boris Smirnov avesse una vita sociale al di fuori dell’azienda. Dalle ricerche effettuate in seguito non sono risultati familiari stretti o parenti alla lontana. E’ lacunosa perfino l’origine dello Smirnov, la cui nascita aleggia nella nebbia di un tempo in cui gli ufficiali addetti all’anagrafe nelle fredde provincie del nord prediligevano collezionare etichette di bottiglie di vodka piuttosto che trascrivere nomi su un registro.
Quello che nessuno pareva domandarsi, tra i colleghi e i superiori di Smirnov, era quale fosse la sua età. Nessuno, tranne un solerte funzionario di un anonimo ufficio del Ministero del Lavoro di Mosca, che invece aveva ben presente da quanti anni Boris Smirnov prestasse la sua opera allo Stato.
La notifica di pensionamento immediato per lo Smirnov arrivò in una bella mattina d’ottobre, avente forma e sostanza di raccomandata consegnata a mano da una giovane stagista che gli si approcciò con rispettosa deferenza.
Il resto di quella giornata, oltre alla settimana successiva, trascorse per Boris Smirnov nel tentativo di scongiurare il ritiro dalla condizione lavorativa. Invano, come ben sappiamo.
L’ultimo giorno di lavoro per Boris iniziò come al solito. Quattro chiacchiere e i soliti consigli dispensati davanti alla macchina del caffè, il giro di consultazioni nella giungla di scrivanie fino al suono della sirena che indicava l’inizio della pausa pranzo.
Fu all’ingresso della sala mensa che il Boris ricevette l’applauso di tutti i colleghi, dalle maestranze ai quadri direttivi, finanche dal Ministro dell’Industria in persona, giunto appositamente dalla capitale per omaggiare la dedizione al lavoro di Boris Smirnov.
Smirnov, visibilmente teso e nervoso come nessuno mai lo aveva visto fin dall’inizio della sua carriera lavorativa, si rivolse direttamente al ministro, nella speranza che almeno lui potesse evitargli il tanto temuto pensionamento. In risposta ricevette l’onorificenza dei Cavalieri dell’Ordine della Bandiera Rossa del Lavoro e l’augurio di una buona pensione, accompagnato da un canonico triplice bacio.
Boris ammiccò e accettò medaglia e auguri. Pochi minuti più tardi scivolò via inosservato dalla festa in suo onore, verso i sotterranei della fabbrica. Raggiunse un livello interrato sconosciuto a chiunque tranne che a lui, livello in cui aveva provveduto a crearsi uno piccolo spazio disegnato per le sue scarse necessità.
Sembra che abbia sistemato la medaglia appena ricevuta in un piccolo armadietto di metallo, si sia seduto al vecchio tavolino di legno che utilizzava di quando in quando per leggere, poi abbia attivato i contatti.
Ancora oggi, a così tanti anni di distanza, chi si reca in quei luoghi per turismo o affari non può fare a meno di visitare il sito in cui sorgeva la più grande fabbrica di esplosivi della Federazione Russa. Si racconta che la nebbia sottile che non vuole saperne di abbandonare l’enorme cratere creato dall’esplosione, sia composta dai fantasmi di Boris Smirnov e del suo esercito di colleghi.
#114 – La strana storia di Boris Smirnov

Letto d’un fiato… Bellissimo
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie mille!!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mamma mia che storia, bellissima!!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie davvero!
"Mi piace""Mi piace"
Assolutamente di nulla!!! 😘
"Mi piace""Mi piace"
Splendido! Machiavellico!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie! Buona domenica.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ha fatto bene Boris, si è risparmiato tutto quello venuto dopo, e l’ha risparmiato ad un bel po’ di compagni Un eroe, un benefattore. Tra l’altro Smirnov è lo stesso cognome di Olena (Olena Iosifovna Smirnova, per la precisione), saranno parenti? 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Infatti! Viene raccontato nei libri di storia! Dai registri polverosi del Cremlino non risultano collegamenti con la bella Olena, d’altronde il modus operandi è diverso, lei avrebbe sicuramente raso al suolo la fabbrica con algida maestosità allontanandosi dalle fiamme al rallentatore, come nella migliore tradizione… 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi hai fatto venire i brividi…
"Mi piace"Piace a 1 persona
…di piacere… spero…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ehm… vale lo stesso?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Vale, vale tutto!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Allora no 🤷🏻♀️
"Mi piace"Piace a 1 persona