Caldo fa caldo.
Osservo il ventilatore immobile. Il ventilatore, non io. Ci armeggio da una decina di minuti ma non sono ancora riuscito a capire perché non voglia lavorare. Eppure è stato costruito allo specifico scopo di far girare le pale. Invece fa solo girare le palle. Sì lo so, è un gioco di parole pietoso ma in una giornata così afosa non riesco a fare di meglio. Nella pubblicità in tv funzionava benissimo. Il ventilatore, non il gioco di parole.
Ok, la smetto.
Questo però non l’ho ordinato in tivù, l’ho preso in un negozio di roba cinese, però gestito da personale italiano perché sembra che ormai costi meno di quello cinese. Non lo so, non me ne intendo di queste cose. Mi sembrava che il modello di ventilatore fosse lo stesso di quello che ho visto in tv. C’è pure l’adesivo attaccato sopra, “Visto in TV”.
Desisto dal cercare di farlo funzionare. Mi arrendo, ha vinto lui, in fondo me la sono cercata.
Sento il rumore di un’auto che frena sotto la finestra dell’ufficio. Sembra una vettura d’altri tempi a giudicare dal rombo sordo e lento.
Non sbaglio. Una Rolls Royce argento con finiture in oro. Doveva sembrare enorme ai suoi tempi, ora quasi sparisce parcheggiata accanto a un moderno bestione a quattro ruote. In quanto a classe però, non c’è storia.
Stento a crederlo, il ventilatore si mette a funzionare. Se compravo un ventaglio facevo sicuramente un affare migliore vista l’aria che sposta ma come rumore nulla da eccepire, sembra di avere un boeing 747 che decolla dal corridoio.
Sarà per questo non mi accorgo subito di lei.
La noto solo quando ha già superato l’ingresso e con la stessa classe e arroganza di una diva degli anni quaranta si piazza davanti alla scrivania.
Certe cose le capisci e basta. Che quella donna è qui per complicarmi l’esistenza è lampante.
Donne così non vengono al mondo senza una ragione. Non crescono senza un preciso scopo nella vita. Non arrivano a bussare alla porta del mio ufficio se non hanno già ben chiaro quello che vogliono.
Il problema è che sono io a non avere ben chiaro cosa voglio, oggi come sempre.
Quindi mi abbandono agli eventi e mi lascio abbagliare dal vestito color del sole e dai suoi occhi verdi, quando si riesce a scorgerli, naturalmente. Quel maledetto enorme cappello giallo limone continua a ondeggiare, arrivando a provocarmi un fastidioso mal di mare.
La saluto, lei mi saluta, convenevoli di rito, la faccio accomodare, cerco di spegnere il rumoroso ventilatore ma ovviamente lui non è d’accordo, però io appartengo, credo, a una razza superiore, quindi lo zittisco togliendo la spina dalla presa.
Mi siedo, sperando che la nausea provocata dal copricapo decida di restare in piedi. Invece continua a farmi compagnia, così mentre la Signora col Vestito Giallo inizia a raccontare, rovisto alla cieca nel cassetto della scrivania per trovare l’ultima Travelgum. Certo non è molto elegante masticare una gomma davanti a una donna di tale spessore, ma credetemi, quando se ne sono passate tante come me, non si bada più di tanto al galateo.
Lei parla e gesticola con quel suo fare sicuro e aristocratico, tanto che quasi mi scordo di occupare un misero ufficio piazzato sopra una stamberga di quart’ordine e immagino di trovarmi in un salotto buono di Buckingham Palace.
So già che per riuscire poi a ricordare tutto il suo discorso avrei bisogno di assumere subito una buona dose di Acutil Fosforo. Per farla breve, il succo della faccenda è che la tipa vuole che risolva il mistero della sparizione del suo amante, con discrezione ovviamente. Non posso fare a meno di provare un moto d’invidia per il tizio che ha, o per lo meno aveva la fortuna di togliere quel maledetto cappello, e non solo, alla sventolona.
Si tratta di uno skipper internazionale, conosciuto nell’ambiente come Capitan Findus. È uno di cui ho già sentito parlare. Più che capitano d’alto mare, Findus s’è fatto le ossa come playboy per ricche tardone possibilmente ereditiere, e se non si fosse lasciato invischiare in quella brutta storia di traffico internazionale di bambini sarebbe sicuramente diventato qualcuno nella marina commerciale.
Ma tant’è.
É comunque da parecchio che non occupa più gli onori delle cronache e il fatto che abbia una tresca segreta con quella che probabilmente è la moglie di qualche facoltoso magnate dell’industria dolciaria, mi stupisce più del ritiro di Calimero dalle scene. Sempre stato convinto che quel piccolo bastardo di un pulcino sarebbe potuto diventare un pezzo grosso dei detersivi, se solo non avesse avuto quel battibecco con la nonnina della Candeggina ACE.
Che brutta fine, quel polletto, ma sempre meglio che cadere nelle grinfie del Clan Amadori.
Ma sto divagando, me ne rendo conto. Fatico a concentrarmi ultimamente, forse ho esagerato nel mettermi in testa tutta quella Brillantina Linetti.
Comunque accetto il caso. Perché non lo so. Forse perché non ho nulla da fare, forse perché il fascino nobiliare della tipa sveglia in me l’antico desiderio di aspirare a qualcosa di più che fare l’investigatore assicurativo a tempo pieno e il detective privato per hobby.
O forse dipende dal fatto che sono totalmente dipendente dai Ferrero Rocher, e la promessa di una fornitura a vita dei luccicanti cioccolatini mi ha fatto capitolare. Ho già la salivazione accelerata appena la mia nuova cliente lascia l’ufficio lamentandosi d’aver voglia di qualcosa di buono e al suo posto si presenta il tirapiedi Ambrogio con un cospicuo anticipo sulla retribuzione pattuita. Una valigetta piena di diabete sottoforma di palline dorate.
Inizio a scartare meccanicamente una pralina dopo l’altra mentre dalla finestra osservo la Rolls argento allontanarsi nella sera. Sospiro rimirando la mia Arna. Non ne fanno più di Alfa Romeo così.
Finisco il mio anticipo e, oltre a rendermi conto di avere ancora una maledetta voglia di cioccolatini, mi lascio ricadere alla poltrona della scrivania per osservare meglio l’unica traccia fornita dalla bambolona, una spiga di grano trovata sulla barca di Findus.
Comincio a pensare di aver appena commesso il più grosso errore della mia carriera di investigatore.
…continua?
Eh, si. Continua
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Devi continuare…. Dopo la brillantina Linetti soprattutto😍
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Work in progress…
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Come fai a sapere che la spiga di grano proviene dalla barca di Findus!🤔
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L’ha trovata la Signora dei Rocher quando ha cercato notizie del suo “Bastoncino Findus”…
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Ne siamo certi? Qualcosa mi perplime 🤔
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Comincio a dubitarne pure io… Ci sarà sotto qualcos’altro?
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Lo scopriremo 😎
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E certo che continua!!
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Ah, un bel noir classico, con detective e sventolona. Continua pure, darling.
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