Ah, no senti, è inutile che mi guardi in quel modo.
Non tirar fuori quello sguardo.
È lo stesso sguardo che hai usato la prima volta che ci siamo incontrati, e che, maledetto te, mi ha fregato.
Sì, quando ti ho notato tra l’ultimo morso di brioche e il primo sorso di caffè.
Mi fissavi come se non ci fosse nessun’altra al mondo, ma non ti sei fatto avanti e io me ne sono andata.
T’ho rincontrato il giorno dopo. Tu e i tuoi maledetti e profondi occhi neri. Allora ho creduto fosse stato un caso.
Il terzo giorno ho cambiato orario e tu però eri lì lo stesso ad aspettarmi.
Ma non parlavi e non ti facevi avanti. Ti limitavi a startene lì seduto con quella tua espressione da duro che non ti riesce per nulla.
Sto ancora pensando a come sarebbe andata se non mi fossi fatta avanti io. Di sicuro non saremmo arrivati a questo punto.
Certo, insieme siamo stati bene per un po’, mentirei se dicessi il contrario. Ma non poteva durare.
Io tutta precisa, tu così disordinato.
Io sempre a cercare nuovi libri da leggere, tu sempre a giocare a calcio con i tuoi amici.
Mi dispiace, davvero, non ti sopporto più. Mi hai incasinato la vita.
Dovevo dare retta a mio padre, a lui non sei mai piaciuto.
Invece la mamma… Oh, sei diventato subito il suo preferito. Perfino adesso ti difende.
No! Zitto. Adesso taci e ascolta.
Sì è vero, è stato un bel periodo ma ora rivoglio la mia vita, la mia libertà.
Uscire con le amiche, una cena, un cinema, senza pensieri.
Vuoi che ti ricordi cosa hai combinato l’ultima volta che siamo stati in un ristorante?
Meglio di no, vero? Ancora me ne vergogno.
Adesso prendi le tue cose e te ne vai, chiaro? Torna da dove sei venuto e non mi guardare in quel modo.
E soprattutto, tira su quelle orecchie e smettila di scodinzolare!
#61 – Smettila!

L’avevo intuito! Solo non mi spiego il caffè haha! Bellissimo.
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