Ti bacio ancora, nello stesso modo in cui l’ho fatto la prima volta. Ricordi?
Era caldo un anno fa, come oggi. C’era il sole, come oggi.
Avevi un buon odore. Nuovo.
Ti accarezzavo sempre i capelli. Erano corti, come la tua barba.
Mi hai insegnato il tuo nome e hai imparato il mio. Non serviva nient’altro.
Sei arrivato con la guerra per portare la pace.
Ma hai dovuto andartene, lasciandomi una promessa e una nuova vita.
Ha i tuoi occhi, i tuoi capelli. L’odore no, quello è il mio. Ma il tuo me lo ricordavo bene.
Quello che non ricordavo era la tua voce che pronunciava parole, che anche se non capivo mi carezzavano l’anima.
Ora però sei qui. Sei tornato da me e posso di nuovo sentirla, la tua voce. Posso di nuovo accarezzarti i capelli. Credevo sarebbero stati più lunghi. Ho di nuovo il tuo aroma straniero tra le mani.
E per questo, ringrazio questa pallottola. Non l’ho sentita entrare, sai. Non mi fa nemmeno male ora. La ringrazio di non aver fermato subito il mio cuore.
La ringrazio perché ora che non vedo più la strada e il muro del municipio, ora che non vedo più quegli uomini con i fucili, ora che non vedo più nulla, riesco di nuovo a vedere te e a sentire la tua voce che mi sussurra parole sconosciute all’orecchio, mentre mi ami.
La sento, almeno ancora una volta, prima di…
Per molto tempo, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, in ogni Paese colpito dal conflitto furono uccisi e massacrati migliaia di civili, uomini, donne, bambini, ex soldati, collaborazionisti o presunti tali. Spesso solo per motivi di vendetta personale. In alcuni casi nei paesi dell’est Europa si arrivò ad una vera e propria pulizia etnica, pari per crudeltà alle atrocità compiute dalle SS naziste.
bellissimo articolo👏
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Un racconto amaro, ma molto sentimentale, bello
"Mi piace"Piace a 1 persona