365

Oggi, 365 giorni fa, ho pubblicato il primo articolo su questo blog. Credo che questa ricorrenza meriti per lo meno una nota. Così nei giorni scorsi ho aperto il mio libricino formato A7, comprato a 80 centesimi dai cinesi, che uso per annotare idee e considerazioni. Colpito da folgorazione creativa ho riempito sei pagine (in formato A7) di pensieri profondi e risolutivi, considerazioni sul senso della vita e molte risposte a quasi tutti i perché. Poi ho riletto e deciso che tanti concetti così illuminanti, se diventassero di pubblico dominio, potrebbero creare una sollevazione popolare che alfine mi incoronerebbe a guida suprema dell’umanità. Siccome nei prossimi giorni ho già preso degli impegni e non avrei l’abito adatto per l’occasione, preferisco mantenere un basso profilo. Quindi, il libretto per il momento lo lascio chiuso, tipo Arca dell’Alleanza, ma magari un paio di concetti li vado a ripescare più avanti e me li rivendo in qualche racconto, in fondo non si butta via niente e per principio sono contrario agli sprechi.
La verità è che gli articoli a sfondo personale non sono decisamente il mio territorio, lascio questo piacere a persone molto più portate di me sull’argomento. Una considerazione però la voglio fare. Riguarda il motivo per cui scrivo. Solitamente si sente dire che scrivere è una passione e lo si fa più che altro per soddisfazione personale. Questo è sicuramente vero, ma non raccontiamoci palle. Si scrive perché qualcun altro ci possa leggere. Altrimenti che motivo avremmo noi tutti di pubblicare in rete?
Per questo voglio ringraziare di cuore tutti coloro che in questi mesi mi hanno dato abbastanza fiducia da cominciare a seguirmi. E’ anche grazie ai vostri commenti e alle vostre visite che mi sento spronato a continuare in questa piccolissima cosa che è il mio blog.
E la chiudo qui, prima di finire in un lungo discorso che vedo già sfociare nel patetico, consigliandovi un film che ho trovato meraviglioso e che credo debbano vedere tutti coloro che trovano piacere nella lettura e soprattutto nella scrittura. Per sé e per gli altri.
Si tratta di Anonymous di Roland Emmerich. Non aggiungo nient’altro. Grazie ancora e buona visione.

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4 Comments

  1. Mentre ancora penso a le molte risposte a quasi tutte le domande, sorrido alla scelta sul profilo (basso), poi dico GRAZIE per questo post e, scusandomi per la lentezza con la quale approccio i capitoli implicanti immersioni in un dove-assai-altro, aggiungo di essere del tutto d’accordo con te riguardo allo scrivere. La dimensione più profonda dei blog (questi scambi tra chi-scrive-legge e chi-legge-scrive, che non sono esattamente come tra chi-scrive e chi-legge) è stata scoperta recente, per me, e credo siano preziosi davvero. Buon primo compleanno!

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  2. La penso come te. Si scrive sempre per qualcun altro. Io la costanza nella lettura non ce l’ho in questo periodo. Sono in ritardo di tante puntate con la tua storia. Sto aspettando il momento giusto per fare una full immersion nei tuoi mondi paralleli perchè me li voglio godere a fondo. Buon blogcompleanno al bravo, intelligente, arguto, spiritoso ecc. ecc. ecc. 😉

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    1. Non preoccuparti, le storie scritte possono essere lette subito, dopo un po’, qualche volta dopo secoli. Non hanno fretta, non hanno data di scadenza come noi, stanno lì e aspettano. Per quanto riguarda la mia auto-descrizione nel profilo, sarà il caso che gli dia una ritoccata verso il basso…:)

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